Gallarate (Varese), 8 agosto 2024 – Due nuove denunce presentate in commissariato. La battaglia del comitato dei cittadini per salvare dal taglio delle piante il bosco di due ettari di via Curtatone continua a colpi di ricorsi alla magistratura e, appunto, alla polizia di Stato. Dopo il fermo al cantiere che la mobilitazione di ieri, mercoledì 7 agosto, è riuscita a ottenere, con gli ambientalisti e i volontari che hanno invaso il cantiere e fermato le ruspe, oggi nell’area verde a ridosso dell’Autolaghi è regnata una sorta di “quiete”. Dall’incontro indetto per questa mattina dal prefetto di Varese, Salvatore Pasquariello, non sembra essere uscito nulla di sostanziale per il momento. Se non che le ruspe oggi non si sono messe in azione. Le due denunce sono quindi la “novità”. Una ha come destinatario il responsabile dei lavori della ditta Tagliaferri a cui è stato commissionato il disboscamento. La seconda ha come destinatari il sindaco di Gallarate Andrea Cassani (Lega), l’assessore competente e i dirigenti tecnici del Comune. “Abbiamo deciso di integrarle all’esposto presentato l’undici luglio – racconta Laura Pastorelli del comitato – e all’istanza presentata alla Procura di Busto Arsizio con cui chiediamo il sequestro cautelativo del cantiere, e affinché si indaghi su un eventuale reato di danno ambientale”.
"Una devastante colata di cemento”
Il reato di danno ambientale. Quello che per la magistratura sarà un’ipotesi da vagliare, per gli attivisti del comitato è una certezza. “Quest’area verde è una risorsa per tutta la città oltre a essere un’oasi ricca di fauna. Ci sono picchi, cinciallegre, conigli selvatici, ricci... Perché distruggerlo? Il danno che si produrrebbe è incalcolabile in termini di perdita di biodiversità”. Il progetto voluto dall’Amministrazione comunale ha ottenuto il via libera del Parco del Ticino, il che può sorprendere. “In realtà – spiegano i rappresentanti del comitato – si è trattato di un percorso di approvazione tortuoso, l’ente parco aveva poche armi per opporsi. Il parco di via Curtatone rientra per una parte sotto il Parco del Ticino, ma per il resto è di pertinenza comunale. Quindi è meno tutelato”. Il comitato ha anche realizzato di sua iniziativa uno studio che dimostrerebbe come i livelli di inquinamento, anche in presenza degli alberi, siano superiori oggi rispetto alle aree in cui si trovano le quattro scuole di quartiere (due primarie e due dell’infanzia) che il nuovo polo scolastico che qui sarà realizzato andrebbe a sostituire. Un progetto da 18 milioni di euro. “Avremo così quattro edifici vuoti e inutilizzati e uno nuovo dove i bambini con ogni probabilità respireranno un tasso maggiore di smog”. Il comitato a partire da oggi ha dato il via a un presidio permanente. “Resteremo qui in via Curtatone a vigilare perché non tornino in azione le ruspe, dalle sette del mattino alle sette di sera”.
Da Gallarate a Roma
La vicenda del bosco di Gallarate è intanto approdata anche a Montecitorio. Il deputato bergamasco di Alleanza Verdi e Sinistra Devis Dori ha chiesto conto al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ricordando come nell’area verde “nidificano numerose specie d’uccelli, tra cui la capinera, la cincia bigia e la cornacchia grigia, nonché il silvago orientale, un mammifero simile a una piccola lepre”, com’è stato dimostrato in una relazione redatta dall’ornitologo Walter Guenzani del Gruppo insubrico di ornitologia; e che sono presenti anche ghiri e ricci, specie protette. Una direttiva europea, tra l’altro, tutela l’avifauna e la fauna selvatica durante il periodo di nidificazione e riproduzione, vietando azioni di danneggiamento dell’habitat che porterebbero gravi danni o morte degli esemplari e alla distruzione di uova, nidi e tane.