Gavirate, dichiarata fallita la “Ilma Plastica”: per 130 dipendenti l’incubo della disoccupazione

La Cgil sul piede di guerra: “Con l’esercizio provvisorio si sarebbe potuta garantire la cassa integrazione, le ricadute sul territorio causate dalla chiusura saranno drammatiche”

La protesta dei sindacati e dei dipendenti della Ilma Plastica

La protesta dei sindacati e dei dipendenti della Ilma Plastica

Gavirate (Varese), 20 settembre 2024 – Per la Ilma Plastica sembrano non esserci più speranze. Questo dopo la decisione del tribunale di Varese di dichiarare lo stato di fallimento, escludendo così l’ipotesi dell’esercizio provvisorio. Una scelta che condanna in questo modo i 130 lavoratori (e le loro famiglie) a un futuro incerto e che avrà gravi ripercussioni non solo sui dipendenti ma su Gavirate e sui Comuni limitrofi, oltre che sull’intera filiera dell’automotive, che coinvolge migliaia di persone. “La situazione interna all’azienda è complessa ma non disperata. La stamperia, infatti, ha continuato a lavorare negli ultimi mesi, dimostrando di avere ancora potenzialità produttive. L’officina, invece, è stata ferma a causa della mancanza di ordini, ma l’attivazione dell’esercizio provvisorio avrebbe dato la possibilità di chiedere la cassa integrazione per tutti i dipendenti, consentendo così di salvaguardare i salari, mantenere i contributi previdenziali e preservare le competenze professionali presenti all’interno dell’azienda.

L’avvio dell’esercizio provvisorio non solo avrebbe dato continuità alla produzione, ma avrebbe anche garantito il mantenimento delle professionalità, essenziali nel caso di una futura acquisizione dell’azienda da parte di eventuali acquirenti interessati. La Cgil di Varese auspica tuttavia una svolta, che metta i dipendenti al riparo dallo scenario peggiore. “Ci auguriamo che la curatrice nominata dal tribunale possa rivedere la sua posizione e considerare seriamente la possibilità, che rappresenterebbe una soluzione equilibrata per garantire un futuro sia ai lavoratori sia al territorio".

L’impatto sulla filiera e sulle comunità locali

La chiusura della Ilma Plastica non riguarda solo i 130 lavoratori diretti, ma avrà conseguenze pesanti sull’intera rete produttiva e sull’indotto, che coinvolge migliaia di lavoratrici lavoratori nel settore automotive. "L’azienda è un partner cruciale per diverse realtà del settore – spiega Davide Maragna di Filctem, la costola di Cgil che segue il settore della chimica – e la sua chiusura produrrà un effetto a catena devastante. Le prime comunità che subiranno l’impatto più grave sono Gavirate e i Comuni limitrofi, già segnati dalla crisi economica, che si troveranno ad affrontare un ulteriore impoverimento del tessuto produttivo locale”. Dalla Cgil l’invito ad adottare tutti gli strumenti per la formazione professionale e il ricollocamento sul, “per garantire un futuro dignitoso ai lavoratori coinvolti, in modo da non disperdere le competenze acquisite nel tempo”.

Appello alle istituzioni

La Filctem Cgil si rivolge alle autorità locali e nazionali, chiedendo un intervento tempestivo e concreto: “È necessario aprire un tavolo di confronto con tutte le parti interessate per esplorare  soluzioni che evitino un ulteriore impoverimento dell’economia del territorio e dell’intero settore industriale collegato a Ilma Plastica. Le istituzioni devono farsi carico della situazione e tutelare il diritto al lavoro, senza abbandonare i lavoratori e le loro famiglie in un momento così difficile. Non possiamo permettere che una realtà produttiva di questa portata venga abbandonata senza prima esplorare tutte le possibili alternative”.