![La mostra di Giorgio Piccaia a Palazzo Cicogna esplora la sequenza di Fibonacci, unendo arte e matematica in un dialogo tra padre e figlio. La mostra di Giorgio Piccaia a Palazzo Cicogna esplora la sequenza di Fibonacci, unendo arte e matematica in un dialogo tra padre e figlio.](https://www.ilgiorno.it/image-service/view/acePublic/alias/contentid/MzJmZTExNmMtOTgxMi00/0/la-sequenza-di-fibonacci-lomaggio-di-giorgio-piccaia-i-numeri-hanno-unanima.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
La mostra di Giorgio Piccaia a Palazzo Cicogna esplora la sequenza di Fibonacci, unendo arte e matematica in un dialogo tra padre e figlio.
“Uno spazio per l’arte” a Palazzo Cicogna ospita fino al 12 gennaio il progetto di Giorgio Piccaia, che torna nella sua città con l’omaggio alla sequenza di Fibonacci, una serie numerica che prende il nome dal matematico toscano Leonardo Pisano detto il Fibonacci, artefice dell’introduzione in Occidente dei numeri arabo-indiani. La sequenza di Fibonacci è sorprendente nella sua semplicità: ogni numero è la somma dei due precedenti: 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21 e così via. Una mostra affascinante, che suscita curiosità e riflessioni e che arriva a Busto Arsizio dopo aver toccato numerose città italiane ed essere stata ospitata a Pisa in occasione delle celebrazioni degli 850 anni della nascita del matematico.
Nelle sale bustesi c’è anche un omaggio al padre di Giorgio Piccaia, il pittore Matteo, scomparso nel 2021, che per oltre mezzo secolo è vissuto a Busto. Il visitatore si trova così immerso in un dialogo artistico intenso tra padre e figlio. La mostra è curata da Melania Rocca e Carlotta Cernigliaro. Il titolo “Natura Est - Il Rosario di Fibonacci” allude al punto cardinale, quell’Oriente dal quale tutto ha inizio e tutto ha fine. Giorgio Piccaia rende omaggio alla perfezione della natura attraverso la sequenza di Fibonacci, che prende vita nelle sue pennellate: i numeri sono scritti e riscritti, sono contemporaneamente segni grafici, pittogrammi e chiave per penetrare nei segreti della natura e nella totalità dell’universo. I numeri creano ordine dal caos: studiarli e integrarli nelle sue opere è il tentativo di catturare l’armonia nascosta nella natura, scriverli su tela è un atto meditativo, quasi come un mantra che, costantemente ripetuto in modo circolare, cerca di connettere l’artista con il ritmo dell’universo, partecipando all’ordine naturale. Scrivere la sequenza di Fibonacci è volere fermare il tempo, trattenere un momento di eternità sulla tela. Quei numeri ricordano che esiste un ordine profondo e invisibile che governa il mondo. La ricerca di Piccaia fa capire che i numeri hanno un’anima, una spiritualità che va oltre la loro funzione razionale, sono un ponte tra il mondo materiale e quello immateriale, tra la natura e l’uomo, tra il passato e il futuro. È visitabile fino al 12 gennaio a Palazzo Cicogna Marliani.