Gemonio – Non attendono che l’arresto dell’uomo ricercato per l’omicidio volontario di Giuseppina Caliandro, gli amici della donna, Giusy per loro, travolta con l’auto e schiacciata contro il muro nella serata di sabato 1 luglio a Gemonio.
L’uomo, identificato dagli inquirenti è ricercato anche all’estero: il sospetto è che sia fuggito, lasciando il territorio nazionale. " Vogliamo giustizia per Giusy" ripetono i suoi tanti amici. Giusy che da giovanissima giocava a calcio, nell’ACF Tradate, veloce a tal punto che subito nella squadra, ricorda Franca Oman, compagna nella formazione, “la chiamammo Batman". E per loro è sempre rimasta Batman.
La passione per il calcio
Piccola di statura, correva veloce, più veloce di tutte, Giusy – Batman, centravanti, agile, brava a superare le avversarie per andare in gol. Giusy che non è riuscita a scartare l’ultimo avversario, il più pericoloso, quell’uomo di cui probabilmente si era fidata e che invece le ha tolto la vita, nella serata di sabato, schiacciandola contro il muro con l’auto.
Giusy ha giocato per qualche anno nel settore giovanile, davvero appassionata di calcio, poi, continua Franca "aveva lasciato perché il campionato, nella serie A, richiedeva troppo impegno". Ma l’amicizia è rimasta. "Era allegra, la risata contagiosa, una persona buona – prosegue l’amica – L’ho incontrata l’ultima volta un mese fa, era a Tradate dai genitori, sorridente come sempre, non dimenticherò mai la sua allegria, la sua risata contagiosa, l’ultima proprio un mese fa".
Piangono gli amici sfogliando un album di ricordi condivisi, ognuno ha un momento speciale legato alla donna. Ha scritto un’amica: "Quando mi incontravi mi chiedevi subito come stai? Tutto bene? Se qualcuno ti fa del male vieni da me!, sempre pronta a difenderci!".
La ricostruzione
Ma sabato sera Giusy Caliandro si è trovata sola, nessuno ha potuto difenderla, era sola con quell’uomo in macchina con cui, secondo i testimoni, stava litigando. Poi è scesa dall’auto, urlando, stava rientrando a casa, non si è accorta del pericolo che aveva alle sue spalle, che in pochi istanti le avrebbe spezzato la vita. Lei che da ragazzina correva veloce non è riuscita a scappare via. Il piccolo Batman della squadra di calcio non è riuscito a scartare quell’ultimo avversario, il più pericoloso.