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Gli effetti del Long Covid. Pressione troppo alta anche a distanza di mesi

Gli effetti a medio e lungo termine del Covid-19 sono oggetto di importanti approfondimenti scientifici. Negli ultimi mesi diversi contributi da parte degli studiosi hanno riguardato l’ipertensione arteriosa sviluppata nelle persone colpite dal virus. Su questo tema è stata pubblicata l’altro giorno nella sezione "Clinical Insights" della rivista European Journal of Internal Medicine una nuova analisi del gruppo di studio dell’Università dell’Insubria coordinato dal professor Fabio Angeli, docente di Malattie dell’apparato cardiovascolare del Dipartimento di Medicina e innovazione tecnologica e direttore della Medicina e della Cardiologia Riabilitativa dell’Irccs Maugeri di Tradate, che ha firmato l’articolo con Martina Zappa, biotecnologa dell’Insubria, e Paolo Verdecchia, ricercatore cardiovascolare di Perugia.

Analizzando i dati su un totale di quasi un milione di individui, i ricercatori hanno evidenziato che l’insorgenza di valori pressori superiori alla norma interessa il 9% dei soggetti colpiti da Covid-19 (quasi il doppio dell’incidenza osservata nella popolazione non colpita dall’infezione). Vuol dire che 9 soggetti su 100 con Covid-19 svilupperanno nei mesi successivi alla fase acuta dell’infezione abnormi livelli di pressione arteriosa. "L’insorgenza di uno stato ipertensivo dopo l’infezione è una delle sequele più allarmanti in termini epidemiologici – commenta Fabio Angeli – anche perché espone i soggetti colpiti da questo fenomeno a un aumentato rischio di eventi cardiovascolari come l’ictus e l’infarto". Fabio Angeli, Martina Zappa e Paolo Verdecchia chiamano in causa gli effetti dei frammenti del virus che, permanendo per mesi nel nostro organismo dopo l’infezione acuta, alterano le capacità dei nostri meccanismi regolatori. " Uno screening per verificare i valori di pressione arteriosa nei mesi seguenti l’infezione ed eventualmente ridurli con la terapia per evitare eventi cardiovascolari è oggi una delle priorità". R.F.