"La situazione è tragica: solo due punti vendita sono rimasti aperti, gli altri sono tutti chiusi e la gente è a casa in cassa integrazione". A parlare è Antonio Brunetti, uno dei dipendenti di Eurospar che ieri mattina si sono ritrovati davanti al supermercato di viale Belforte 5. Le porte del negozio non si sono aperte alle 8, come avviene tutte le mattine dei giorni feriali, ma sono rimaste chiuse in segno di protesta mentre all’esterno i lavoratori hanno organizzato un presidio. Iniziativa con cui hanno voluto raccontare le difficoltà che si protraggono ormai da mesi, già con la precedente gestione. Quindi lo scorso dicembre era avvenuto il passaggio di insegna da Fantinato Group a Eurospar, con tre punti vendita che in città avevano cambiato marchio: quello di viale Belforte 5 (area ex Enel), l’altro poco lontano in viale Belforte 99 e quello di via Corridoni. Se i primi due sono ancora aperti l’ultimo invece è stato già dismesso, così come quelli di Ponte Tresa, Sesto Calende e Ternate più altri due in provincia di Como, a Bizzarone e Carbonate. Ma il problema è che i supermercati rimasti aperti lavorano con gli scaffali praticamente vuoti: la situazione è visivamente desolante e lo si nota anche solo dall’esterno passeggiando davanti alla vetrina. Inevitabile dunque che la clientela si sia ridotta sensibilmente.
"L’unica merce che c’è è quella che arriva dai negozi dismessi e viene scontata al 50% per poter incassare qualcosa – dicono i lavoratori – si tratta solo di scatolame e di prodotti non alimentari. Non arriva più il fresco, né pesce né carne né ortofrutta". I dipendenti riuniti in presidio hanno chiesto certezze per quanto riguarda gli stipendi, che sono stati pagati fino al mese di luglio.
"Anche se sono arrivati un po’ per volta a tranche – dicono – da agosto in poi invece siamo fermi. Non sappiamo quando e come ce li daranno". All’azienda chiedono anche di conoscere il loro futuro. "Si vocifera di nuovi proprietari, ma non sappiamo niente, siamo allo sbando totale. Non si sa se un compratore ci rileverà e come. Se a dicembre non si risolve niente saremo tutti licenziati".
Sono circa 60 i lavoratori ancora impiegati nei punti vendita rimasti aperti. "Qualche anno fa eravamo 500", raccontano. L’iniziativa di protesta è stata organizzata in maniera autonoma dagli stessi lavoratori. "I sindacati sono stati invitati ma le risposte sono state che a loro non interessava, nonostante c’è qualcuno dei dipendenti Eurospar iscritto ai sindacati", ha detto Brunetti. "È l’unico giorno in cui siamo fermi per fare una dimostrazione di quello che succede realmente". Tra i disagi segnalati dai lavoratori anche quello che racconta una dipendente. "Io ho fatto la cessione del quinto tramite l’azienda e i soldi in busta paga risultano ma non arrivano poi alla finanziaria e oltretutto ci arrivano anche le more di pagamento su questi prestiti".