Nel piccolo centro di Ranco, splendidamente posizionato in riva al Lago Maggiore, le tradizioni contano ancora tanto. Tra i poco più di mille abitanti sono molti ancora a conoscere e parlare il dialetto, patrimonio che si sta sempre più perdendo in particolare nelle grandi città. In occasione della Giornata nazionale del dialetto, celebrata il 17 gennaio, la Pro loco ha realizzato un simpatico video che unisce storia e futuro. Pubblicato sulle principali piattaforme online, ha ottenuto migliaia di visualizzazioni in poche ore. Protagonisti della clip sono i volontari della Pro loco, che scoprono l’ultima invenzione tecnologica: un paio di occhiali da vista in grado, grazie all’intelligenza artificiale, di tradurre automaticamente tutte le lingue in italiano.
Una notizia che sconvolge Ranco: il futuro della comunicazione rischia di compromettere la conoscenza del dialetto. Gli occhiali, dal nome QuatrOcc, traducono infatti anche le parlate locali. In poco tempo si diffondono anche sul Lago Maggiore, ma uno dei volontari della Pro loco ha un colpo di genio: riesce a riprogrammare il dispositivo ultramoderno facendolo diventare ultra-antico: ora gli occhiali tradurranno tutto in dialetto. E così in Campania e in Calabria tutti parlano come a Ranco.
"Il dialetto non si traduce, si sente: è il suono delle radici, l’eco delle storie di chi ci ha preceduti - spiegano dalla Pro loco - è l’abbraccio della nostra terra, la melodia che ci unisce. In occasione della Giornata nazionale del dialetto e delle lingue locali, siamo orgogliosi di presentarvi il nostro video, un omaggio a ciò che siamo e a ciò che vogliamo custodire". E poi: "Una lingua non è solo parole: è emozione, appartenenza, memoria. Guardiamo insieme al futuro senza dimenticare il valore delle nostre origini. Il dialetto non è solo di chi lo parla ma anche di chi lo sente". E chissà che anche questo video non si aggiudichi un premio, come avvenuto per quello realizzato dalla Pro loco per la Giornata del dialetto 2024. In quell’occasione Google diventava Gügol e tutti iniziavano a parlare dialetto. L’anno prima invece erano addirittura gli alieni a sbarcare a Ranco. Dove oltre al dialetto anche la fantasia non manca.
Lorenzo Crespi