
Il tentato omicidio nella notte tra il 5 e il 6 giugno 2024 Vennero identificati due carabinieri poi arrivò l’arresto di un terzo militare per un fatto precedente
Castiglione Olona (Varese) – Chiuse le indagini da parte della Procura di Varese a carico di tre carabinieri, in servizio in provincia di Varese, coinvolti nell’inchiesta che riguarda il tentato omicidio di un nordafricano di 37 anni, accoltellato nella notte tra il 5 e il 6 luglio 2024 in un’area boschiva di Castiglione Olona, nota zona di spaccio di droga. Trovato in una pozza di sangue da alcuni residenti nella zona che lanciarono l’allarme, fu ricoverato all’ospedale di circolo in gravi condizioni e sottoposto a un intervento chirurgico.
Due militari, accusati di tentato omicidio, sequestro di persona, porto abusivo di arma e rapina aggravata, furono fermati il 6 luglio scorso e riferirono di essersi difesi da un’aggressione, il terzo fu arrestato alcune settimane dopo con l’accusa secondo la Procura di "aver partecipato, insieme agli altri due colleghi, tutti liberi dal servizio e senza alcun ordine di impiego, ad una rapina in danno di uno spacciatore straniero, avvenuta in periodo antecedente al 6 luglio scorso nei boschi della provincia di Varese". Per gli inquirenti l’attività degli arrestati era diversa da quella attuata per reprimere lo spaccio di droga nella zona, per l’accusa avrebbero taglieggiato il pusher.
Nel corso delle indagini è emerso che i due militari alcune ore prima dell’aggressione avevano chiesto a una pattuglia di colleghi della stazione di Castiglione Olona di allontanarsi dalla zona, come aveva spiegato allora una nota della Procura "per evitare di far scoprire la loro presenza simulata in zona, apparentemente finalizzata ad accertare l’esistenza di possibili bivacchi o di spacciatori di sostanze stupefacenti nelle adiacenti zone boschive". Ma evidenziava ancora la Procura "quanto accaduto appare totalmente estraneo alle procedure previste ed attuate dall’Arma dei Carabinieri nell’ambito del settore della prevenzione e repressione del fenomeno dello spaccio nei boschi". I tre carabinieri arrestati sono stati subito sospesi dall’Arma. Chiuse le indagini il 7 aprile, comunicati gli atti alle parti, ora i militari hanno 20 giorni per chiedere di essere interrogati dal Pm o depositare memorie difensive, mentre la Procura si prepara a chiedere il rinvio a giudizio.