Tenere alta l’attenzione sul caso Ilma Plastica e far sì che si arrivi il più presto a una decisione, visto che in ballo c’è il futuro di 130 lavoratori e altrettante famiglie residenti tra Gavirate e dintorni. Questo l’obiettivo dell’iniziativa organizzata ieri davanti ai cancelli della fabbrica situata nella frazione di Oltrona al Lago. Il gruppo consiliare di minoranza “Vivere Gavirate“ ha invitato i rappresentanti del territorio in Regione e al Governo per portare la propria vicinanza ai lavoratori.
"Tutti immaginavano che questa fabbrica avesse un grande futuro – ha esordito il consigliere Gianni Lucchina, affiancato dalla compagna di lista Beatrice Bisanti – purtroppo non è così, ma abbiamo voluto invitare le istituzioni al fine di fare le pressioni opportune affinché ci sia un futuro sia per i lavoratori che per i capannoni". In questa fase ormai non sono rimaste aperte tante possibilità per l’azienda di cui è stato dichiarato il fallimento. Dopo che i curatori hanno escluso l’opzione dell’esercizio provvisorio si potrebbe salvare la Ilma solo nel caso di un compratore disposto a rilevarla. Ipotesi - questa - su cui non emergono finora sviluppi per un lieto fine.
Ma nel frattempo i dipendenti sono sospesi senza stipendio né ammortizzatori sociali. "Sono gli effetti del nuovo codice della crisi che mette in un limbo i lavoratori: a Roma stiamo lavorando per modificare questa legge", ha sottolineato il senatore Alessandro Alfieri, che ha poi aggiunto: "È inaccettabile che questi lavoratori siano stati sospesi dal lavoro da un giorno all’altro con un messaggino". L’invito agli organi giudiziari, sottoscritto anche dai consiglieri regionali Samuele Astuti e Giuseppe Licata, è quello di accelerare il più possibile i tempi delle decisioni.
"Nel caso non vi sia il pieno reintegro, ci faremo parte attiva con Regione Lombardia per assicurare percorsi di formazione e reinserimento a chi verrà escluso", ha detto Astuti. "In termini di ricollocazione la politica può fare molto", ha tenuto a precisare Licata.
L.C.