"Ci stavamo preparando ad andare a letto ed ho sentito chiaramente gli spari. Saranno stati tre o quattro. Non ho visto cosa succedeva fuori perché dopo i colpi e le urla ho subito messo al sicuro la mia famiglia allontanando tutti dalla finestra. Poi sono arrivate le forze dell’ordine che son rimaste sul posto fino alle 2". È la ricostruzione di uno dei residenti del cortile di via Varese 56 dove domenica 27 ottobre intorno alle 21 un quarantaseienne di nazionalità ucraina è stato ucciso. Al momento sulla vicenda c’è solo una prima, approssimativa ricostruzione mentre proseguono le indagini per rintracciare l’assassino che si è dato alla fuga dopo il delitto. Si parla di una lite per futili motivi da cui è nato un inseguimento che ha portato la vittima in fuga in uno dei cortili di via Varese. Qui tra le porte degli appartamenti distribuiti su due piani e con le biancheria stesa ai fili delle ringhiera sono partiti i colpi, due hanno centrato il torace della vittima e non gli hanno lasciato scampo. Sono intervenuti i soccorritori di ambulanza e automedica ma per l’ucraino senza fissa dimora non c’è stato niente da fare. Accorsi anche gli uomini della squadra scientifica per i rilievi del caso. I residenti sono rimasti chiusi in casa con i lampeggianti blu che illuminavano dalle finestre o qualcuno sul marciapiede davanti al cortile dietro al nastro bianco e rosso che ha bloccato il cortile fino alle 2.
"In passato non ci sono stati problemi – spiega una saronnese – ma adesso sono preoccupata. Rientro tardi la sera dal lavoro e dopo un fatto di questo tipo non si può stare tranquilli. Io ho paura al pensiero di rincasare la notte a casa". Poche le tracce sul luogo del delitto: una macchia di sangue nel ghiaietto del cortile e il guanto di uno dei soccorritori. Qualche rapido passaggio in auto dei carabinieri della compagnia di Saronno che con gli uomini del reparto operativo di Varese stanno seguendo le indagini e le tracce dell’assassino che probabilmente portano fuori da Saronno. Grande sconcerto nell’intera città che è rimasta come sospesa in una bolla per l’incredulità per l’accaduto ma anche con la curiosità di capire se ci sia un legame con i problemi di sicurezza che attanagliano l’area da tempo e che si sono acuiti negli ultimi mesi.
Il cortile in cui si è consumata la tragedia è a poche centinaia di metri dal Retrostazione zona dove è molto sentito il problema dello spaccio mentre nello scalo vero e proprio negli ultimi mesi si sono registrate aggressioni e borseggi e persino un’aggressione ad agenti della polizia locale.