
La Lega gioca la carta Maroni. Giuseppe Leoni, fondatore del Carroccio, al fianco di Umberto Bossi, l’ex ministro l’ha visto “crescere”. E commenta la candidatura con il consueto brio, aprendo a scenari che lo potrebbero vedere protagonista.
Leoni, cosa ne pensa?
"Mi sembra troppo presto una candidatura a ottobre. Se uno vuole vincere la Milano-Sanremo deve partire sul Poggio, non a Pavia. Ma a dire la verità volevo candidarmi io".
Davvero?
"Sto pensando seriamente di candidarmi, vediamo un po’ come si mettono le cose. Io però mi candido come Lega Nord o Lega Lombarda, non come Lega Salvini. Io sono un socio fondatore della Lega e allora Maroni non c’era. Sono stato il primo a diventare consigliere comunale il 30 settembre del 1985".
Ha già raccolto adesioni?
"No, a ottobre non devo raccogliere niente, è troppo presto. Quando matureranno i tempi a febbraio o marzo vedremo".
Ma sarebbe pronto a correre contro Maroni?
"Io correrei per la Lega quella vera, la mia, non per la Lega di Salvini. Non so per cosa corre Maroni, non l’ho sentito, eventualmente ci parleremo e vedremo come si mettono le cose, ma la primogenitura spetta a me, gli altri vengono dopo".
Ma cosa non le piace della Lega di Salvini?
"Non ho rinnovato la tessera, non è più federalista. Il tricolore va accompagnato da una bandiera nostra, come nelle targhe svizzere dove c’è la bandiera del Ticino e quella della Confederazione. Hanno dimenticato le autonomie".
Com’è la sfida a Galimberti?
"Sarà dura batterlo".
L.C.