Malpensa (Varese), 2 ottobre 2024 – Un’impennata di firme e un nome, in particolare, che scalda il cuore di milanesi, lombardi e italiani: quello dell’indimenticata étoile della Scala Carla Fracci, venuta a mancare nel maggio 2021. Oltre 76mila persone hanno infatti firmato e sostenuto la petizione lanciata da Filt Cgil, Cgil Lombardia e Cgil Milano sulla piattaforma on line Change.org che chiede di intitolare l’aeroporto intercontinentale di Milano Malpensa a Carla Fracci. "Riteniamo – si legge nel testo dell'appello – che l'intitolazione di una grande infrastruttura debba essere effettuata nell'ottica di rappresentare il patrimonio comune di tutti i cittadini (in questo caso dei viaggiatori), e quindi l'orientamento dovrebbe essere quello di evitare scelte profondamente divisive, in Italia come nel mondo, analoghe a quella proposta da Enac” (il riferimento è evidentemente all’intitolazione ufficiale a Silvio Berlusconi ormai agli atti, ndr).
Il nome della Fracci, fra i primi proposti quando questa estate si è aperto il dibattito – a tratti infuocato – sul nome da dare allo scalo varesino, è subito stato fra i più apprezzati, insieme a quelli di altre donne lombarde che hanno nobilitato l’Italia, comeo come la gallaratese Amalia Ercoli Finzi, fra le più grandi conoscitrici ed esperte di tecnologie aerospaziali, già consulente della Nasa, l’ente spaziale americano, e dell’Esa il suo omologo europeo.
l’aviatrice milanese Rosina Ferrari o, prima donna a diventare pilota professionista nel 1914,Dalla Scala allo scalo
"Milanese, già Dama di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana; Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica; medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte e insignita dal New York Times del titolo di Prima ballerina assoluta, ha trasmesso – questa la presentazione contenuta nel testo dell'appello – in tutto il mondo l'eleganza, lo stile e la bravura, quale migliore esempio delle capacità artistiche del nostro Paese", oltre a essere (va da sé) un esempio di milanesità alla massima potenza. Intanto, i Comuni contrari all’intitolazione dell’aeroporto della brughiera al leader del centrodestra degli ultimi trent’anni.
Il ricorso di Sala, la rabbia della famiglia Berlusconi
La decisione del Comune di Milano di fare ricorso al Tar contro l’intitolazione dell’aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi ha scatenato a fine settembre un fuoco di reazioni. La decisione della Giunta Sala è solo l’ultima in ordine di tempo ad aver intrapreso le vie legali contro un’intitolazione voluta innanzitutto da Pierluigi Di Palma, presidente dell’Enac, firmatario dell’ordinanza dell’11 luglio. Prima di Milano si erano costituiti in giudizio i nove Comuni negli immediati dintorni dello scalo, quelli del Consorzio Urbanistico Volontario (Cuv) Malpensa: Arsago Seprio, Cardano al Campo, Casorate Sempione, Ferno, Gola Secca, Lonate Pozzolo, Samarate, Somma Lombardo e Vizzola Ticino, tutti in provincia di Varese. Ma è l’adesione di Milano a fare inevitabilmente rumore.
A contestare la scelta di Sala è anche Barbara Berlusconi, terzogenita dell’ex presidente del Consiglio: "Da figlia sono amareggiata che il sindaco della città così tanto amata da mio padre usi la figura di Berlusconi per spostare l’attenzione mediatica dalle proprie difficoltà amministrative. Dall’incredibile vicenda dello stadio (Milano ha perso la possibilità di ospitare la finale di Champions League nel 2027 ndr), alla sicurezza, alla viabilità, al totale immobilismo del settore edilizio dovuto agli scontri con la Procura. Capisco che il sindaco tenti di accreditarsi come leader politico nazionale entro la fine del suo mandato, anche con iniziative di mera propaganda ideologica. Credo, però, che farebbe meglio a concentrarsi sui problemi veri dei milanesi".