Rosella Formenti
Cronaca

Addio a Ispra-1, il primo reattore nucleare di ricerca italiano: un “prato verde” steso sulla storia

A Sogin la bonifica. I lavori, già avviati, stanno procedendo per fasi: il 2040 termine fissato per la rinascita dell’area

Il nucleare cambia. Ispra, si smantella il reattore di ricerca. E via le scorie

Il nucleare cambia. Ispra, si smantella il reattore di ricerca. E via le scorie

Isrpa (Varese) – È stato il primo reattore nucleare di ricerca italiano, Ispra-1, operativo dal 1959 al 1973, all’interno del JRC–Centro Comune di Ricerca a Ispra: entro il 2036 sarà smantellato, con una spesa intorno al miliardo di euro. I lavori, già avviati, stanno procedendo per fasi, l’obiettivo finale la disattivazione delle installazioni nucleari e la bonifica delle aree fino al raggiungimento entro il 2040 del cosiddetto “prato verde”, cioè lo stato caratterizzato dall’assenza di rischi radiologici e dal conseguente rilascio incondizionato degli edifici e del terreno.

La storia del reattore in terra varesina, sulle sponde del Lago Maggiore, comincia nel 1957 con il trattato firmato a Roma dai Paesi fondatori (Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi), che istituì la Comunità Europea dell’Energia Atomica (Euratom), obiettivo lo sviluppo di un’industria nucleare europea sicura e pacifica. Uno dei presupposti essenziali per il raggiungimento di tale obiettivo fu l’istituzione di un Joint Research Centre con sede in diversi Stati membri e gestito dalla Commissione europea, con lo scopo di svolgere ricerca di alto livello, condividerne i risultati e definire standard di sicurezza comuni.

Le attività per lo sviluppo di un Centro di ricerca nucleare a Ispra iniziarono nella primavera del 1958 con la costruzione del reattore “Ispra-1”, completato in meno di un anno. Nel marzo del 1959 diventò operativo e il mese successivo il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi inaugurò il sito. In seguito, il Governo, nell’ambito degli impegni derivanti dalla firma del trattato, decise di trasferire il sito di Ispra all’Euratom, con un accordo firmato a luglio e dal primo marzo 1963 anche la gestione del reattore, attivo fino al mese di maggio del 1973.

Il reattore è stato utilizzato per studi e ricerche sulla fisica del nocciolo, su nuovi materiali per la costruzione dei reattori commerciali, sui flussi neutronici e loro interazioni con la materia vivente, e ha avuto un ruolo nella formazione di una nuova generazione di tecnici per i programmi nucleari europeo e italiano. Negli anni i programmi dell’Unione europea per la ricerca e l’innovazione si sono orientati sempre meno su ricerca e sviluppo nucleare, quindi la maggior parte degli impianti sono stati progressivamente messi fuori servizio e posti in sicurezza, come il sito varesino.

Nel 2018 il Governo con la Legge di Bilancio ha affidato a Sogin, società pubblica, lo smantellamento di Ispra-1. Le operazioni sono state programmate in tre fasi: attività preliminari, smantellamento del reattore e bonifica finale del sito. Nel 2020 Sogin ha avviato come prima attività il progetto per lo svuotamento della piscina, che conteneva il combustibile nucleare irraggiato, all’avvio dei lavori nel 2021 c’erano circa 200 metri cubi d’acqua che sono stati purificati, l’intervento si concluderà entro quest’anno. Poi si procederà con il cuore nucleare, il vessel, lavori che dovrebbero terminare entro il 2036.

Per quanto riguarda i rifiuti radioattivi presenti e gestiti da Sogin, al 31 dicembre 2022 la quantità era di 115 metri cubi, dei quali 110 con attività molto bassa, per 4 bassa, per 1 media. I rifiuti attualmente vengono analizzati, quelli radioattivi sono collocati in contenitori appositi e avviati in sicurezza in un deposito.

L’ultima fase del programma di smantellamento sarà la bonifica entro il 2040 delle aree fino al raggiungimento dello stato di “prato verde”, ossia l’assenza di rischi radiologici. Nel mese di gennaio di quest’anno al Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione europea di Ispra Sogin e JRC hanno firmato un accordo di collaborazione per lo sviluppo e l’attuazione di una strategia comune nelle attività di smantellamento nucleare e di gestione dei rifiuti radioattivi, il programma in atto a Ispra sarà un esempio.