Continua la mobilitazione dei lavoratori della Beko di Cassinetta che, dopo il presidio dI venerdì che aveva fatto seguito al Tavolo ministeriale a Roma, sono tornati nuovamente davanti ai cancelli della fabbrica. Ieri mattina alle 9 hanno preso il via due ore di sciopero che hanno coinvolto i lavoratori del settore del freddo, l’area aziendale maggiormente a rischio in base a quanto emerso dall’ultimo incontro con la proprietà. Ai 900 occupati nella produzione di frigoriferi si sono affiancati anche gli addetti delle aree impiegatizie, mentre per gli operai degli altri settori seguiranno iniziative nei prossimi giorni. I lavoratori hanno incrociato le braccia davanti alla portineria per rivendicare il diritto a un lavoro sicuro.
"La strada sarà lunga e vi chiediamo di avere pazienza: siamo preoccupati", ha detto al megafono Tiziano Franceschetti della Fim. Non si attenua dunque la tensione nella fabbrica varesina il cui futuro è in bilico vista la scarsa chiarezza sul piano industriale – non ancora presentato da Beko Europe, che ad aprile è subentrata a Whirlpool – e su quali saranno i prossimi passi dell’azienda. Da qui al 20 novembre, data del prossimo incontro con la proprietà, seguiranno altre iniziative di protesta. "Tutti uniti per Cassinetta" è il motto scelto da lavoratori e sindacati per salvare produzione e occupazione interna e dell’indotto.
"È essenziale che istituzioni e governo intervengano per salvaguardare un territorio che, nella provincia di Varese, nel manifatturiero già ha perso molta capacità occupazionale", dicono dalla Cisl dei Laghi. E in quest’ottica due incontri sono già in calendario: oggi pomeriggio un confronto con i consiglieri della Provincia di Varese, mentre venerdì 15 novembre la segreteria della Rsu e i segretari territoriali parteciperanno al consiglio comunale di Varese. Il sindaco Davide Galimberti ha invitato i rappresentanti dei sindacati e di Confindustria per illustrare all’assemblea civica il quadro di quello che sta avvenendo nel sito produttivo di Cassinetta. "Presenterò una mozione – dice – che spero possa essere condivisa a larga maggioranza, che impegnerà il Consiglio a farsi portavoce con il Governo perché si faccia tutto il possibile per trovare le soluzioni adeguate a tutela dei lavoratori e lavoratrici".