Il fenomeno delle bande giovanili che imperversano sui treni per rapine e aggressioni è emerso con forza nel caso dei sei minorenni denunciati dai carabinieri della stazione di Stresa per rapina aggravata in concorso. L’indagine, iniziata nell’agosto scorso, ha coinvolto un gruppo di giovani, tutti residenti in provincia di Varese e già segnalati per precedenti atti di disturbo e violenza. L’episodio che ha portato a questa svolta investigativa è avvenuto sul treno Trenord Milano-Domodossola, quando, all’altezza di Baveno, due minorenni di ritorno a casa sono stati aggrediti da alcuni coetanei. Obiettivo della gang: sottrarre cuffie Apple e portafogli, in una scena che testimonia una crescente audacia. La madre di una delle vittime ha subito denunciato l’accaduto, e le immagini delle telecamere a bordo del treno hanno dato avvio alle ricerche. Con il supporto dei colleghi di Gravellona Toce, i carabinieri hanno potuto risalire a un gruppo di minori, già segnalato poche settimane dopo per aver infastidito i bagnanti sul lungolago di Mergozzo. Le loro descrizioni coincidevano con quelle degli autori della rapina sul treno, permettendo agli investigatori di tracciare una linea di identificazione e collegamenti tra gli episodi.
La svolta definitiva è arrivata nei mesi successivi, quando una pattuglia in provincia di Varese ha fermato due dei ragazzi corrispondenti ai volti registrati dalle telecamere. Nel cellulare di uno dei minori è emerso un messaggio incriminante in cui il giovane si vantava di aver rubato un paio di AirPods e un portafoglio, una prova cruciale che ha permesso ai carabinieri di Stresa di confermare l’identità dei membri della baby gang. Le informazioni anagrafiche, incrociate con la sorveglianza del treno e con ulteriori controlli territoriali, hanno permesso di attribuire un nome a tutti i componenti, tutti di età compresa tra i 14 e i 17 anni, tranne due sotto i 14 anni, quindi non imputabili. I giovani, tutti incensurati eccetto uno con un precedente per rissa, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica per i minorenni di Torino. Un caso che porta alla luce il problema delle baby gang e del loro modus operandi, aggravato dalla frequente impunità che circonda i più giovani.