
L’azienda di Lugano cesserà la produzione entro il prossimo 31 agosto A casa anche i lavoratori del Varesotto
Un fulmine a ciel sereno la chiusura della Bioggio Pharma Manufacture Sa che a causa di un "costante declino dei volumi di vendita", come ha spiegato la società in una nota, ha deciso di chiudere lo stabilimento nell’area industriale di Lugano lasciando senza lavoro un’ottantina di dipendenti, diversi dei quali frontalieri residenti nelle province di Como e Varese. La decisione, del tutto inattesa, purtroppo è il triste epilogo di un periodo molto travagliato per la società che già nel 2022 aveva deciso di licenziare una quarantina di dipendenti. In quel caso a incidere fu la perdita di un importante contratto di produzione per conto terzi e anche stavolta a pesare è stato il calo della produzione dovuto alla perdita di clienti. "Abbiamo preso questa dolorosa decisione dopo un’attenta e approfondita valutazione della situazione, nonostante gli sforzi profusi per evitare che ciò accadesse - ha spiegato Matthew Brabazon, General Manager Bioggio Pharma Manufacture SA - La nostra priorità è garantire che ogni dipendente i sia trattato in modo corretto, trasparente e attento. Il processo sarà condotto nel rispetto dei requisiti normativi, e prevederà un periodo di consultazione dei lavoratori". Del caso si sta occupando l’Ufficio giuridico della Sezione lavoro del Canton Ticino. "BPM sta collaborando in modo stretto e trasparente con esso - conclude l’ad - e si impegna a collaborare con i propri clienti per individuare soluzioni fattibili per la produzione dei loro prodotti, fino alla cessazione delle attività di BPM. È con rammarico che ci congediamo da numerosi colleghi e colleghe di talento, ed esprimo la mia gratitudine a tutti i dipendenti e clienti per la collaborazione". L’azienda ha confermato che cesserà la produzione entro il prossimo 31 agosto. Martedì mattina i dipendenti sono stati contattati per partecipare a una riunione. Nessuno si aspettava una decisione di tale portata e risvolti così drammatici. In queste ore i sindacati stanno tentando di capire se ci sono margini per aprire i negoziati con l’azienda.