CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Omicidio Maltesi, le motivazioni choc della sentenza con cui i giudici hanno negato l’ergastolo a Fontana: Carol giovane e disinibita, lui si sentì usato

In primo grado inflitti trent’anni di carcere all’ex compagno della ragazza uccisa e fatta a pezzi nel gennaio 2022.

Carol maltesi e Davide Fontana

Busto Arsizio, 13 luglio 2023 – Davide Fontana uccise Carol Maltesi perché lei "si stava allontanando da lui, scaricandolo".

Di certo faranno discutere le motivazioni con cui la Corte di Busto Arsizio ha condannato a 30 anni di carcere Davide Fontana, il bancario che l’11 gennaio del 2022 uccise l’amica e vicina di casa durante le riprese di un video hard, facendone poi a pezzi il cadavere, conservandolo in freezer per tre mesi. Carol si era servita di lui e quando Fontana se ne accorse decise di ucciderla. Questa in estrema sintesi la ragione che spinse il il bancario quarantaquattrenne ad uccidere l’amica con cui aveva condiviso i mesi precedenti in modo gratificante.

"L’uomo si rese conto che ormai, dopo averla in qualche misura usata, Maltesi si stava allontanando da lui, scaricandolo - si legge nelle motivazioni della sentenza -. L’idea di perdere i contatti stabili con colei che egli, per sua stessa ammissione e secondo l’amica testimone, amava perdutamente, da cui sostanzialmente dipendeva poiché gli aveva permesso di vincere la sostanziale solitudine in cui si consumava in precedenza e di vivere in modo finalmente diverso e gratificante, si è rivelata insopportabile".

Il presidente della corte di Busto Arsizio, Giuseppe Fazio, poi continua: "Fontana si è reso conto che la giovane e disinibita Carol si era in qualche misura servita di lui per meglio perseguire i propri interessi personali e professionali e che lo avesse usato e ciò ha scatenato l’azione omicida.

A spingere l’imputato non fu la gelosia ma la consapevolezza di aver perso la donna amata, accompagnata dal senso di crescente frustrazione per essere stato da lei usato e messo da parte. Il movente dell’omicidio e per la Corte d’assise non può essere considerato abietto o futile in senso tecnico-giuridico né il delitto è stato premeditato: potrebbe essere stato frutto di una decisione maturata lentamente, ma fu conseguenza di condotta voluta dall’imputato sorretta da dolo diretto se non da dolo intenzionale, ma non di premeditazione". Sul corpo fatto a pezzi della ragazza,

Fazio scrive: "Fontana, compiuto l’omicidio, voleva liberarsi del cadavere definitivamente, definitivamente distruggendolo. Intanto cercava di nascondere in altro modo il decesso di Carol continuando a usare il suo smartphone e i suoi profili social. Tali condotte assorbono l’abbandono dei resti nella scarpata di Borno, perché voleva liberarsene e impedirne il ritrovamento". I legali di Fontana valuteranno adesso il ricorso in appello. Fontana è stato condannato a 30 anni, con la concessione delle attenuanti e la non applicabilità delle aggravanti della premeditazione, della crudeltà e dei motivi abietti e futili.