
Leonardo Cazzaniga in aula tra i suoi legali
Milano, 27 giugno 2023 – Nuova condanna perr Leonardo Cazzaniga, ex vice-primario del presidio ospedaliero di Saronno. Al termine di camera di consiglio durata due ore la seconda corte d'Assise d'appello di Milano ha riconosciuto la sua responsabilità per la morte di Domenico Brasca, 82 anni, di Rovello Porro, morto a 82 anni il 17 agosto 2014, dopo un ricovero di qualche ora al Pronto soccorso di Saronno. La Corte ha confermato la condanna all’ergastolo pronunciata dai giudici dell’appello dopo che in primo grado per il caso Brasca il medico era stato assolto dalla Corte d’Assise di Busto Arsizio. Il processo d’appello bis a Milano era stato deciso dalla Cassazione che aveva accolto il ricorso dei difensori, gli avvocati bresciani Ennio Buffoli e Andrea Pezzangora, che lamentavano come nel giudizio non fossero state sentiti i testimoni, risultati determinati per l’assoluzione di Cazzaniga in primo grado.
La nuova condanna non modifica il destino giudiziario di Cazzaniga dal momento che non si possono accumulare più ergastoli. Nel carcere di Opera l’ex vice primario sconta già il massimo della pena: ergastolo con tre anni di isolamento diurno, per la morte di otto pazienti in corsia e per quelle di Massimo e Luciano Guerra, rispettivamente marito e suocero dell'infermiera Laura Taroni, all'epoca amante dello stesso Cazzaniga.
La Corte presieduta da Paolo Enrico Carfì ha inoltre stabilito un risarcimento di 200 mila euro alla famiglia per danni morali: alle figlie Antonella e Roberta Rosa Maria, assistite dall'avvocato Fabio Falcetta, una provvisionale di 60 mila euro ciascuna, 20 mila euro per il marito di Roberta, 30 mila euro a testa per i due figli. E' stata infine revocata la dichiarazione di responsabilità civile dell'Azienda socio sanitaria territoriale Valle Olona per l'omicidio di Luciano Guerra. Contemporaneamente la Corte ha revocato la condanna di Cazzaniga al pagamento dei danni a favore delle parti civili Maria Pia Florian, moglie di Luciano e madre di Massimo Guerra, e della sorella di Massimo, Gabriella, e dei due figli di Massimo Guerra e di Laura Taroni, al tempo minorenni. Quindi il risarcimento andrebbe restituito. Era stato l'avvocato Giuseppe Candiani, legale dell'Asst, a sollevare davanti alla Cassazione la questione della responsabilità civile, riconosciuta dai giudici dell'appello, a differenza di quelli del primo processo. Il legale aveva sottolineato come al termine del dibattimento di primo grado la Corte d'Assise di Busto Arsizio aveva dichiarato non utilizzabili contro l'Asst gli elementi emersi dalla perizia su Luciano Guerra. Duro il commento dell'avvocato Luisa Scarrone, parte civile per la famiglia Guerra: "Non capisco quale soddisfazione possa trarre l'ospedale dal prendere posizione contro le vittime, dopo quello che hanno fatto medici e vertici dell'ospedale, che hanno coperto l'operato di Cazzaniga".