Varese, 4 maggio 2023 – "A modo mio avrei bisogno di carezze anch'io". E' un Leonardo Cazzaniga più sommesso e in un certo senso più umile quello che cita "Piazza Grande" di Lucio Dalla nell'aula della seconda Corte d'Assise d'appello di Milano.
L'ex aiuto primario del pronto soccorso del presidio ospedaliero di Saronno sconta nel carcere di Opera la condanna definitiva all'ergastolo per gli omicidi di otto pazienti e per due morti in ambito familiare: Massimo e Luciano Guerra, rispettivamente marito e suocero di Laura Taroni, l'infermiera all'epoca sua amante.
I giudici milanesi sono chiamati a decidere sul caso di Domenico Brasca, morto a 82 anni, il 18 agosto 2014, nella sua abitazione a Rovello Porro (Como), dopo poche ore trascorse al pronto soccorso. Nel mese di settembre dello scorso anno la Cassazione aveva annullato con rinvio la sentenza che, il 13 aprile 2021, aveva affermato la responsabilità di Cazzaniga per l'omicidio volontario di Brasca.
I difensori del medico, gli avvocati bresciani Ennio Buffoli e Andrea Pezzangora, nel loro ricorso avevano contestato la mancata rinnovazione delle prove dichiarative (le testimonianze) che erano state determinanti per l'assoluzione di Cazzaniga in primo grado.
Nell'udienza di questa mattina Cazzaniga ha dichiarato di non conservare memoria del caso Brasca, se non per la comunicazione fatta alle figlie che il loro congiunto si trovava ormai in una fase terminale. Alla domanda sul punto della somministrazione dei sedativi a Brasca, ha risposto che "verosimilmente" era stato lui ad effettuarla. Ha ribadito di non avere ucciso, di non avere mai ucciso, per poi concludere con la citazione del brano composto da Dalla con Ron, Sergio Bardotti e Gianfranco Baldazzi e presentato al Festival di Sanremo del 1972.
E' stato ascoltato Gaetano Iapichino, ex ordinario di anestesia e rianimazione alla Statale di Milano, uno dei periti che esaminò la salma di Brasca dopo l'esumazione. Erano presenti Midazolam, Promazina e Clorpromazina, rispettivamente ansiolitico, anti-psicotico e neurolettico. Tuttavia, non può essere esclusa l'azione di un ictus.
Le altre testimonianze sono state quelle del medico del pronto soccorso che accolse Brasca in preda a una grave crisi respiratoria e ne normalizzò le condizioni, del radiologo e del consulente della difesa Furio Zucco.
Nuova udienza il 30 maggio con la requisitoria del procuratore generale Francesca Nanni per l'accusa e dell'avvocato Fabio Falcetta, parte civile i familiari di Domenico Brasca.