Varese, 23 gennaio 2018 - Conoscevo superficialmente Lidia Macchi e solo perché facevamo parte di Comunione e Liberazione. Nel gruppo altri avevano con lei una frequentazione più stretta, fra questi Stefano Binda. Non mi sono mai vantato con Daniela Rotelli di essere l’assassino di Lidia. Il nome della Rotelli non mi dice nulla.
Nella sera del 15 gennaio, alla vigilia della ripresa del processo a Varese per l’omicidio di Lidia Macchi che vede imputato Stefano Binda, Lelio Alberto De Fina, 54 anni, è in questura a Milano. La testimonianza è presa a verbale dalla squadra mobile. Il suo nome era uscito nell’udienza del 19 dicembre. Era stata Paola Bonari, amica di Lidia, a riferire il racconto di un’amica dei tempi dell’università, Daniela Rotelli. Un ragazzo che diceva di chiamarsi Lelio, all’epoca, si era vantato con quest’ultima di essere l’assassino della Macchi. Conosceva Lidia Macchi, è la prima domanda per De Fina? «L’ho conosciuta alla chiesa dell’Annunciata che si trova nella vicinanze dell’Università Statale. Lidia, come me, faceva parte del movimento Comunione e Liberazione e frequentavamo le messe e i canti. Ho conosciuto Lidia circa tre o quattro anni prima che morisse, eravamo amici e ci frequentavamo sempre nell’ambito degli incontri che si chiamavano ‘scuola di comunità’ oppure durante messe o frequentavamo insieme al ‘gruppo’ i luoghi dove si tenevano gli esercizi spirituali. La mia frequentazione era solo per questi motivi, lei alla Statale studiava giurisprudenza mentre io lettere moderne. Non ci relazionavamo molto, io e lei. Nel nostro gruppo di Cl conoscevo altri ragazzi che frequentavano Lidia più assiduamente, come Stefano Binda, inoltre Paola Bonari, Giuseppe Sotgiu, che in seguito è diventato sacerdote, Maria Pia Telmon detta ‘Poti’ e Paolo Tosoni che attualmente è avvocato e credo che sia il marito della ‘Poti’».
Non parlava molto con Lidia, «al di là dei saluti e di qualche battuta, non sono mai andato a casa sua e non ho mai avuto modo di conoscere i suoi genitori». Lei era molto più amica di Paola Bonari, di “Poti”, Sotgiu e Binda, «questi ultimi molto amici fra di loro». Ha frequentato poco il Varesotto, ricorda la festa di Capodanno, il 31 dicembre 1986, presenti anche Lidia e la Bonari. Non ha mai inviato corrispondenza in casa Macchi, ignorava l’indirizzo. Conosce Daniela Rotelli? Ha pronunciato con lei la frase “Gliele ho date io tutte quelle coltellate alla Lidia”? «Non conosco Daniela Rotelli, non ho mai fatto dichiarazioni di questo genere a nessuno. Potrei averla conosciuta ma attualmente tale nome non mi dice nulla». Il nome «non lo ricordo proprio. Io ho buona memoria per i nomi e se l’avessi conosciuta me la ricorderei sicuramente». De Fina rilascia un campione salivare per l’estrazione del Dna.