Malnate (Varese) - C'è un arresto per l'omicidio di Carmela Fabozzi, la 73enne uccisa nella sua casa di Malnate il 22 luglio scorso: si tratta di Sergio Domenichini, 66enne, con numerosi precedenti penali, in particolare per reati contro il patrimonio, ricettazioni e truffe ai danni di anziani. L'arrestato - si legge nell'ordinanza di custodia in carcere della Procura di Varese - "vive di espedienti, con un pressante bisogno di denaro. La sera dell'omicidio è partito per le vacanze, dove è rimasto fino al 17 agosto, abbandonando l'albergo senza pagare il conto".
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori la donna è stata uccisa con un pesante vaso in vetro, che conteneva fiori secchi. Il vaso è stato ritrovato su un mobile vicino all'ingresso dell'abitazione, mentre i fiori sono stati trovati sotto il corpo della donna. I rilievi del Ris di Parma hanno poi consentito di rinvenire all'interno del vaso le impronte dell'indagato - presente negli archivi per una lunga lista di precedenti - e di accertare che lo stesso vaso aveva numerose tracce di sangue, riconducibili alla vittima.
Secondo l'ipotesi investigativa l'omicidio sarebbe arrivato al culmine di una discussione dopo la richiesta di soldi all'anziana da parte del 66enne. Dalla casa della donna non è stato portato via nulla e - scrive la procura - "gli ambienti domestici erano in ordine senza alcun segno che potesse far supporre l'accesso da parte di alcuno che avesse rovistato affannosamente alla ricerca di valori per ipotizzare un furto o una rapina". Gli unici oggetti mancanti erano i due telefoni cellulari della vittima, "con ogni evidenza contenenti messaggi e/o contatti riconducibili all'aggressore, entrambi spenti già dalla giornata in cui si è consumato il delitto".
Fin dalle prime battute delle indagini è infatti apparso chiaro che la vittima conoscesse l'assassino. La porta d'ingresso non aveva segni di effrazione, così come le finestre blindate con grate chiuse a chiave. Carmela Fabozzi conosceva il 66enne arrestato perché qualche volta aveva utilizzato i servizi offerti da una cooperativa sociale che aiuta gli anziani della zona, presso la quale l'uomo prestava servizio come volontario.
All'arrestato poi i carabinieri sono arrivati grazie alle testimonianze di due vicini che avevano notato l'uomo, intorno a mezzogiorno nel giorno del delitto, sulle scale e che bussava alla porta della Fabozzi. Gli stessi vicini hanno raccontato di aver visto quell'uomo qualche mese prima dell'omicidio parlare sul pianerottolo con la donna.
Ad incastrare l'uomo poi le impronte di sangue sul pavimento dell'abitazione, invisibili a occhio nudo, lasciate da scarpe da ginnastica dalla suola molto particolare, uguali a quella indossate quella mattina dall'uomo immortalato nei video delle telecamere intorno alla casa della vittima. Scarpe che sono state ritrovate poi nel corso di una perquisizione nell'auto dell'indagato e sulle quali sono state rinvenute tracce di sangue.
Dagli accertamenti sui movimenti del 66enne il giorno del delitto, è emersa la sua presenza sul luogo del delitto alle ore 12, ora dell'omicidio: l'indagato è stato infatti ripreso dalle telecamere della zona mentre passa ripetutamente con l'auto sotto casa della vittima, che contatta telefonicamente due volte prima di mezzogiorno senza ottenere risposta. Tutti i movimenti sono confermati dal sistema gps installato sull'autovettura a fini assicurativi.
Successivamente è stato accertato che l'indagato, dopo essere rientrato a casa per 16 minuti, cambiate scarpe e pantaloni (come si vede dalle immagini delle telecamere), ha raggiunto un autolavaggio per ripulire l'auto, all'interno e all'esterno. Da notare che l'uomo aveva ritirato il veicolo dall'autolavaggio il giorno precedente.
Nel pomeriggio lo stesso giorno ha effettuato continui passaggi nella zona dell'abitazione della vittima, fino alla sera, quando è partito con la compagna per le vacanze, dove è rimasto fino al 17 agosto, abbandonando poi l'albergo nel quale risiedeva senza pagare il conto.