Gerenzano (Varese) – Gerenzano, visto dall’alto, ha l’aspetto di un paese ferito, che sta cercando di rialzarsi. Operai lavorano senza sosta per riparare i tetti bombardati da due grandinate di fine luglio di intensità e dimensioni mai viste, neanche scavando fra i ricordi dei più anziani.
Teli di plastica mettono al riparo le tegole spezzate, per evitare che a ogni pioggia le case si allaghino. Altri tetti restano scoperti, squarciati, con coppi pericolanti che rischiano di cadere su vie transennate e costellate da cartelli per avvisare sui pericoli. Sulle strade percorse dai camioncini di imprese edili che non fanno la pausa di agosto spuntano ponteggi e gru, mentre i rumori delle macerie spostate si avvertono dalle prime ore del giorno. Auto in sosta con parabrezza e lunotti posteriori distrutti, che non verranno riparati prima di settembre.
Gerenzano, poco più di 10mila abitanti alle porte di Saronno, è uno dei centri lombardi più colpiti dal maltempo, che si è abbattuto in particolare sul Basso Varesotto, in Brianza e a Milano. La stima dei danni tracciata dal Comune fa impressione su un territorio che finora non ha mai pagato il conto alla furia di un clima impazzito. Danni per 40 milioni di euro subiti dai proprietari di edifici privati colpiti dalla grandine, che ha devastato tetti, lucernari, finestre e anche facciate appena riqualificate grazie al superbonus. Altri due milioni servono per rimettere in sicurezza gli edifici pubblici. Le scuole medie rischiano di non riaprire a settembre, e lo stesso vale per la scuola dell’infanzia Carlo Berra, una paritaria, con conseguenti disagi per le famiglie.
"Il Comune dispone solo del 10% delle risorse necessarie per mettere in sicurezza le strutture pubbliche – spiega la sindaca, Stefania Castagnoli – senza un aiuto immediato del Governo e della Regione non ce la facciamo. Non possiamo aspettare che vengano erogati i fondi legati allo stato di calamità. Intanto abbiamo messo a disposizione dei cittadini teli da posizionare sui tetti non ancora coperti. Per Gerenzano è una situazione totalmente nuova, nella sua gravità. Sono pochissimi i tetti risparmiati dalla grandine, quasi tutte le famiglie hanno subito infiltrazioni d’acqua". E alcuni appartamenti sono ancora inagibili. Gli abitanti hanno trovato ospitalità nelle case di parenti o amici. Per una famiglia con due bambini è stato messo a disposizione uno spazio all’interno della scuola materna comunale, che da fine luglio è diventata la loro casa. "Noi stiamo dormendo a casa di mia sorella – spiega Luisa – e stiamo aspettando che a metà agosto inizino i lavori per il rifacimento del tetto".
Vacanze di agosto saltate per la maggior parte delle famiglie, anche per sorvegliare case che rischiano di essere invase dall’acqua. E, come in ogni situazione di emergenza, si innescano speculazioni: la domanda fa salire i prezzi dei materiali alle stelle, si gonfiano i preventivi delle imprese con richieste da migliaia di euro anche solo per coprire un tetto con teli di plastica. Chi ha la possibilità (e un’assicurazione sulla casa) non può fare altro che pagare e far partire il cantiere. Il maltempo non ha risparmiato la parrocchia e l’oratorio. Gravi danni anche a Palazzo Fagnani, edificio settecentesco in centro dove ha sede anche un circolo culturale gestito dalla cooperativa Scelag, invaso dall’acqua. Di notte qualcuno, per evitare le code in discarica, abbandona sulla strada mobili ormai inservibili. Un cordone biancorosso delimita l’area dove stanno intervenendo i vigili del fuoco, per mettere in sicurezza uno dei tanti tetti pericolanti.