GABRIELE MORONI
Cronaca

Manfrinati, il gip archivia: "Non maltrattava la moglie"

Varese, il 5 maggio ferì gravemente la ex e uccise il suocero Fabio Limido. Il legale Ambrosetti: "Lavinia non è stata creduta dal giudice, incomprensibile".

Manfrinati, il gip archivia: "Non maltrattava la moglie"

Varese, il 5 maggio ferì gravemente la ex e uccise il suocero Fabio Limido. Il legale Ambrosetti: "Lavinia non è stata creduta dal giudice, incomprensibile".

Non ci furono maltrattamenti in famiglia. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Busto Arsizio, Tiziana Landoni, ha accolto la richiesta della Procura e archiviato il procedimento a carico di Marco Manfrinati. Manfrinati, 40enne ex avvocato, lo scorso 5 maggio, in via Menotti, a Varese, ferì gravemente a coltellate l’ex moglie Lavinia e uccise con venti colpi il padre di lei, Fabio Limido, intervenuto in difesa della figlia. Separazione tormentata, un bambino conteso, scambio incrociato di denunce. Nel luglio del 2022 Lavinia lascia la casa di Busto e si rifugia dai genitori, a Varese, portando con sé il figlioletto.

Denuncia per maltrattamenti in famiglia il marito che risponde con una querela per sottrazione di minore (già archiviata). Il pm Flavia Salvatore chiede e ottiene il divieto di avvicinamento per Manfrinati sia alla moglie sia al bambino. Circa una settimana dopo il gip Tiziana Landoni modifica parzialmente l’ordinanza.

Il 7 novembre dello stesso anno il procuratore di Busto Arsizio, Carlo Nocerino, chiede l’archiviazione della denuncia per maltrattamenti, ritenuta infondata, e la revoca del divieto di avvicinamento. Questa seconda richiesta è accolta dal gip.

"Il gip di Busto Arsizio - commenta l’avvocato Fabrizio Busignani, difensore di Manfrinati - ha archiviato il procedimento a carico di Marco Manfrinati per presunti maltrattamenti in famiglia, evidenziando le smentite investigative alle false accuse contenute nelle querele depositate, le numerose e gravi contraddizioni nelle dichiarazioni rese dei gruppo familiare Limido Criscuolo, sia nelle querele che nelle varie sommarie informazioni testimoniali, ed il grave astio da costoro nutrito contro Manfrinati.

Un maggior rispetto da parte degli organi di informazione della presunzione di innocenza prevista dalla nostra Costituzione e dalla Convenzione Europea sui diritti dell’uomo avrebbe evitato di generare un clima di odio ingiustificato nei confronti di Marco Manfrinati, peraltro alimentato a bella posta da chi aveva accusato falsamente il mio assistito di fatti non veriZ.

Dalla trincea opposta l’avvocato Fabio Ambrosetti, legale della famiglia Limido: "Già nella sua prima querela per maltrattamenti Lavinia rappresentava la paura di subire violenze gravi da parte di Manfrinati. Ora, inopinatamente, nonostante quello che è accaduto, il gip archivia quella querela, ritenendo i racconti di Lavinia non credibili e nemmeno citando il fatto di sangue del 5 maggio.

Trovo il provvedimento incomprensibile e mi domando cosa sarebbe dovuto succedere di più perché Lavinia venisse ritenuta credibile. Tra l’altro, è lo stesso gip che revocato il divieto di avvicinamento".