
Gabriella Guerra, figlia di Luciano Guerra, morto dopo l’intervento di Cazzaniga
Saronno (Varese), 29 gennaio 2020 - L’Asst Valle Olona non dovrà risarcire le parti civili. Lo ha stabilito la sentenza della Corte d’Assise di Busto Arsizio che ha condannato Leonardo Cazzaniga all’ergastolo per dodici omicidi (dieci in corsia) e a due anni e sei mesi di reclusione per omessa denuncia e favoreggiamento alcuni medici che componevano la commissione costituita per indagare sull’operato del vice primario del pronto soccorso di Saronno. I legali delle parti civili danno fuoco alle polveri. Un comunicato è sottoscritto dagli avvocati Mosca, Scarrone, Arca, Basilico, Mandaradoni, Ghini, Gualdi, Sevesi.
«Le parti civili esprimono tutto il proprio sconcerto e il proprio rammarico per una decisione che esclude inspiegabilmente la responsabilità dell’Asst Valle Olona, anche a fronte della condanna per favoreggiamento dei membri della commissione". Viene stigmatizzata “la totale indifferenza dell’Azienda sanitaria che non ha mai cercato un contatto con le famiglie delle vittime da noi assistite” e che esce ora “indenne”. L’avvocato Carlo Basilico rappresenta Clelia Leto, l’infermiera del pronto soccorso che ha messo in moto l’inchiesta. "Quello che mi stupisce, alla luce degli esiti probatori, è che non sia stata dichiarata la responsabilità civile dell’Azienda sanitaria, sia per quanto riguarda la specifica e peculiare posizione della signora Leto, sia in generale per le altre parti civili, per le quali è stata dichiarata la responsabilità penale di Cazzaniga. Dall’inizio di questa dolorosa vicenda, sono apparse evidenti le responsabilità dell’Azienda sanitaria, sia sul piano civile, sia sul piano morale, ferme restando le valutazioni sulla singole responsabilità penali. Ritengo che in un ambiente sano anche i gravi reati che sono stati accertati probabilmente potevano essere evitati".
Quindi? "Nel rispetto – prosegue l’avvocato – della sentenza e in attesa delle sue motivazioni, ci si riserva di appellarla sul punto del mancato riconoscimento della responsabilità civile dell’Azienda sanitaria. Va ricordato che l’iniziativa coraggiosa e solitaria di Clelia Leto, che ha consentito di fare emergere gli omicidi accertati, non ha trovato in prima battuta la solidarietà da parte della dirigenza dell’Azienda. La signora Leto ha portato avanti la sua iniziativa con decisione e al prezzo di gravi sofferenze, anche personali". L’avvocato Luisa Scarrone dà voce ai familiari di Massimo e Luciano Guerra. "Ci riserviamo di leggere le motivazioni della sentenza, che allo stato paiono incomprensibili a fronte delle severe condanne inflitte al dottor Cazzaniga e ai medici della commissione che avrebbe avuto il compito di vagliare le condotte di quest’ultimo e assumere i provvedimenti del caso. Ha avuto invece l’unico scopo di tenere tutto riservato senza che nulla trapelasse all’esterno, per evitare uno scandalo nel caso che le segnalazioni fossero state rese pubbliche. I lavori della commissione si sono svolti nel maggio del 2013, cioè quando Massimo Guerra era ancora vivo". Se qualcosa fosse trapelato, Guerra si sarebbe. Regnavano invece la più assoluta omertà e insieme la piena consapevolezza di quanto accadeva. «La Procura si è detta incredula e noi ci associamo a gran voce, aggiungendo che la vicenda non è solo incredibile, ma è pazzesca, assurda e inammissibile".