Tradate (Varese), 26 novembre 2019 - Se n’è andato portandosi dietro dolore e rimpianto per Andrea. Quel figlio scomparso, rapito, tenacemente cercato per ritrovare almeno la tomba, perduto oltre trent’anni fa. Pierluigi Cortellezzi è morto a 88 anni. Oggi alle 15 i funerali nella chiesa di Abbiate Guazzone. Il telefono dell’ufficio postale di Locri squilla alle 8.45 del 10 luglio 1989. «Nella cassetta delle lettere appesa al vostro edificio c’è un pacco da consegnare subito a Paolo Pollichieni della Gazzetta del Sud», comunica la voce anonima di un uomo, che aggiunge: «Riguarda un sequestro». Un pesante sacchetto di plastica. Viene estratto un plico con la scritta: ”Sequestro Cortellezzi”. Si apre la busta. C’è un portasapone incartato in una pagina di “Oggi”. All’interno la parte superiore di un orecchio con i margini sfrangiati come se il taglio fosse stato operato utilizzando una cesoia. Spunta una foto Polaroid di un giovane. Il viso è ispido di barba. Ha l’orecchio sinistro tagliato per metà e una catena al collo. Indossa una maglietta scura. Su una fotocopia della patente è scritto a stampatello: «Se entro il 17 luglio non pagate 3 miliardi lo restituiremo a pezzettini».
Chi è Andrea Cortellezzi? Ha 22 anni. Solitario, poco amante dei libri di scuola ma lavoratore infaticabile, affianca il padre Pierluigi, una laurea in ingegneria subito riposta, nell’azienda di famiglia, la “Fornace Laterizi A. Cortellezzi”, alla frazione Abbiate Guazzone. Si è smaterializzato la mattina del 17 febbraio. La sua Renault 5 è stata fatta ritrovare nei boschi di Lonate Ceppino, a pochi chilometri da Tradate. Soltanto da una quindicina di giorni la scomparsa di Andrea è stata rubricata come sequestro di persone. Per molto tempo l’assenza di contatti ha fatto pensare a un allontanamento volontario. A maggio la vera chiave di lettura è venuta da un diktat inequivocabile: «Andrea è con noi e per riaverlo dovete pagare un riscatto». Il 7 giugno un’altra lettera con il timbro postale di Locri. Eppure si stentava ancora a credere a un sequestro di persona. C’è ansia di sapere. C’è mobilitazione. Il 17 febbraio del ‘90, primo anniversario della sparizione, quindicimila persone sfilano per le strade di Tradate. Ancora un sussulto nel febbraio 2010, quando il procuratore di Varese, Maurizio Grigo, riapre i fascicoli e costituisce una task-force per fare luce sul sequestro.