
Andrea Bossi ucciso nella sua abitazione di Cairate il 26 gennaio dello scorso anno
Prima udienza alla Corte d’Assise del Tribunale di Busto Arsizio il processo per l’omicidio di Andrea Bossi, il ventiseienne ucciso nella sua abitazione di Cairate nella tarda serata del 26 gennaio dello scorso anno. In aula i due imputati, Douglas Carolo, 22 anni e Michele Caglioni, 21 anni, entrambi accusati del delitto con l’aggravante della premeditazione. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbero stati loro a uccidere Bossi ma i due giovani si sono sempre dichiarati innocenti accusandosi a vicenda dell’omicidio, il cui movente per l’accusa è economico, in particolare Carolo, che aveva una relazione con la vittima, voleva 2mila euro per pagare i danni a una donna che aveva truffato. Presenti in aula i due imputati, Caglioni con gli avvocati Luigi Ferruccio Servi e Nicolò Vecchioni, Carolo con gli avvocati Vincenzo Sparaco e Gianmatteo Rona. Secondo i suoi difensori Caglioni era in via Mascheroni a Cairate con Carolo quella sera ma non avrebbe preso parte al delitto, scoprendo quanto era accaduto solo dopo, ma avrebbe taciuto perché minacciato da Carolo. Opposta la versione dei fatti da parte dell’altro imputato.
Respinte le eccezioni presentate dai legali di Carolo, alle quali si erano associati anche i difensori di Caglioni, la Corte ha ammesso le prove e le liste di testi, circa un centinaio. Tra questi l’ex fidanzata di Caglioni che agli inquirenti ha riferito del piano dei due imputati: torturare Andrea Bossi per farsi consegnare il pin del bancomat, poi portarlo in una roulotte e dargli fuoco con l’obiettivo di entrare in possesso di 2 mila euro coi quali Carolo avrebbe pagato i danni ad una truffata. Anche i detenuti nel carcere di Busto Arsizio sono stati citati come testimoni in quanto avrebbero ricevuto confidenze sul delitto da Carolo. A margine dell’udienza i difensori di Caglioni hanno sollevato dubbi sull’arma del delitto che Carolo ha fatto ritrovare nel settembre dello scorso anno, sul coltello non sarebbero state trovate tracce biologiche riconducibili a nessuno dei coinvolti, neppure della vittima. Udienza aggiornata all’8 aprile quando, come primo teste, sarà ascoltato il padre di Andrea Bossi che trovò il cadavere del figlio.