
di Lorenzo Crespi
Hanno preso il via solo pochi giorni fa i lavori di riqualificazione del Palaghiaccio di Varese. L’intervento, che vede un investimento di circa 9 milioni di euro, si concluderà entro la primavera del 2022, quando la struttura riaprirà al pubblico in una veste completamente rinnovata e con nuove funzioni. Fino ad allora però le associazioni sportive che utilizzano il Palalbani per gli sport del ghiaccio e per il nuoto saranno senza la loro casa. Un problema che è già in essere da diversi mesi: dopo il primo lockdown il palazzetto non ha più riaperto. Atleti e familiari chiedono dunque di conoscere quale sarà il futuro immediato e se il Comune ha previsto soluzioni alternative.
Il tema è stato al centro della riunione congiunta delle commissioni Sport e Lavori pubblici, che ha visto presenti in audizione i rappresentanti delle società varesine. A parlare per prima è stata Giuditta Negrello, tecnico della Varese Ghiaccio, che ha sottolineato la necessità di intervenire per salvaguardare la sopravvivenza delle realtà sportive. "Ringraziamo l’amministrazione per l’intervento di riqualificazione che era atteso da anni – ha detto – ma nel contempo potrebbero non esserci più le associazioni che fino alla scorsa stagione operavano nella struttura". Si tratta in totale di circa 700 atleti. Le associazioni hanno avanzato 3 richieste, chiedendo se sarà possibile riprendere le attività entro settembre, se verrà garantito un sostegno economico e se potranno avere un confronto con la ditta che realizzerà i lavori del Palaghiaccio. Il sindaco Davide Galimberti ha spiegato che nel corso dei lavori si verificherà se ci saranno le condizioni per aprire almeno una parte della struttura in via provvisoria per agevolare gli atleti. Se non sarà possibile si valuterà l’ipotesi di una pista temporanea. Il primo cittadino ha accennato anche a una sorta di borsa di studio come forma di ristoro per gli atleti. Il consigliere leghista Fabio Binelli denuncia invece il fatto che le associazioni non saranno ascoltate anche in consiglio comunale come era stato richiesto.