LORENZO CRESPI
Cronaca

L’instancabile mestiere dei picasass: con sudore e fatica hanno ricavato le pietre su cui si è edificata la Lombardia

Il Parco del Campo dei Fiori in un filmato fa rivivere tradizione e protagonisti: il video fa parte del Piano integrato che traccia percorsi e relazioni tra Monte San Giorgio, Sacro Monte e Valle Olona

Le pietre della Valceresio ma anche dell’alta Valle Olona hanno avuto un ruolo fondamentale in passato non solo nell’economia di tante famiglie ma anche nell’arte

Le pietre della Valceresio ma anche dell’alta Valle Olona hanno avuto un ruolo fondamentale in passato non solo nell’economia di tante famiglie ma anche nell’arte

La pietra di Viggiù, quella di Saltrio e quella di Brenno. E poi ancora la molera di Malnate e il porfido rosso di Cuasso al Monte. Nel nord della provincia di Varese, in particolare in Valceresio ma anche nell’alta Valle Olona, le pietre locali hanno avuto un ruolo fondamentale in passato. Nelle cave venivano estratti i materiali da costruzione e per l’arte decorativa, utilizzati nell’edilizia storica civile e religiosa, monumentale e scultorea. Venivano usati in ambito locale e non solo: nella vicina Milano sono tuttora numerose le testimonianze presenti. Una storia affascinante in cui oltre alle pietre i protagonisti sono coloro che le cavavano e lavoravano, ovvero i “picasass”, detti anche picapreda, scalpellin e marmuritt.

Un mestiere antico tramandato di generazione in generazione, tra fatica e sudore. Per ripercorrere questo spaccato di tradizione locale è stato realizzato un documentario della lunghezza di 18 minuti. “La goccia che scava la pietra” è il titolo del video a cura del Parco del Campo dei Fiori promosso nell’ambito del Pic (Piano Integrato della Cultura) “Siti Unesco e via Francisca: percorsi culturali nel tempo tra il Monte San Giorgio, il Sacro Monte di Varese e la Valle Olona”. Lo si può trovare sul canale YouTube (a questo link) del Parco, per vivere un viaggio poetico tra le principali pietre delle valli e la storia del loro utilizzo nei centri della Valceresio. Tempi così diversi da quelli attuali, come racconta la voce narrante del video: “Nei paesi ogni cortile era un’officina di belle arti, in cui si udiva un costante e assordante picchiettio di scalpelli intenti a plasmare la pietra e a sbozzare i manufatti”.

Dalle rive del Ceresio il materiale veniva caricato su barconi che attraverso il fiume Tresa arrivavano al Lago Maggiore. Da lì giù fino al Ticino per proseguire sul Naviglio Grande e approdare a Milano. Stessa destinazione per la pietra molera di Malnate: anche in questo caso si usavano le vie d’acqua, prima con carri fino al Lago di Varese e poi dal Bardello fino al Verbano per poi raggiungere la metropoli. Il video si chiude con un omaggio a Enrico Butti, scultore proveniente da una famiglia di marmorini, vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento. Tra le sue opere più famose L’angelo dell’evocazione per la tomba Cavi-Bussi al Cimitero Monumentale di Milano e il Guerriero lombardo Alberto da Giussano per il monumento di Legnano.