Laveno Mombello (Varese), 28 marzo 2018 - Trenta chilometri di pista ciclabile nel verde, a collegare Laveno Mombello a Sesto Calende. Con passaggi davanti a luoghi di interesse turistico, come l’Eremo di Santa Caterina del Sasso e il museo internazionale della ceramica di Cerro di Laveno. Prende forma il progetto di un tracciato riservato alla mobilità dolce nel Medio e Basso Verbano. Spesa prevista, undici milioni di euro. «L’idea di dotare la nostra provincia di una rete ciclopedonale capillare e collegata prende sempre più corpo – afferma il vicepresidente della Provincia di Varese Marco Magrini – Con il progetto preliminare del tratto della ciclovia del Lago Maggiore che va da Sesto Calende a Laveno Mombello andiamo a collegare ben nove Comuni, interessati dall’infrastruttura, ma soprattutto creiamo una connessione tra il Verbano, i laghi di Varese e Comabbio e il Parco del Ticino».
Questo significa, procede Magrini, «realizzare una rete ciclopedonale in grado di connettere tutta la provincia, ma soprattutto agganciarsi ai tracciati regionali, nazionali e internazionali. In questi anni la Provincia di Varese, sia a scopo ambientale, sia a scopo turistico, ha investito sulla mobilità dolce moltissime energie professionali nella progettazione, dando vita a una visione complessiva, organica e soprattutto finalizzata alla valorizzazione di tutto il nostro territorio. Ora gli sforzi dovranno essere convogliati nel reperire risorse necessarie all’attuazione dei tracciati». Il progetto ha preso le mosse nel settembre del 2017. Questi i paesi che verranno attraversati, secondo il piano del percorso: Sesto Calende, Angera, Ranco, Ispra, Brebbia, Besozzo, Monvalle, Leggiuno e Laveno Mombello.
La ciclovia, nella sua parte meridionale, si sviluppa lungo la dorsale della strada provinciale 69 per poi discostarsi, proseguendo verso nord, per abbracciare i territori in prossimità del Lago Maggiore nel territorio di Ispra e concludersi su aree ad elevata valenza naturalistica nella zona di Laveno Mombello. I prossimi passi da fare, a cura di tutte le amministrazioni interessate, saranno quelli di inserire la dorsale ciclabile nel piano regionale della mobilità ciclistica, ma anche di pensare alla partecipazione a nuovi bandi, in modo da accedere a fondi che consentano di prolungare ulteriormente il tracciato.