Sarà presentato a Roma lunedì e martedì al XVII Convegno promosso dall’Istituto Superiore di Sanità il progetto “I Centri per i disturbi cognitivi e le demenze, e la Gestione integrata della demenza” a cura dell’équipe di Neurologia di Gallarate-Busto Arsizio che fa capo all’Asst Valle Olona. Autori dello studio, il direttore sociosanitario John Tremamondo; il direttore della Struttura complessa di Neurologia dottor Isidoro La Spina; la dottoressa Chiara Guarnerio, referente del Centro per i disturbi cognitivi e demenze (Cdcd); il dottor Andrea Calcaterra, responsabile S.S.D. Governo Psicologia clinica; il dottor Mattia Rigoli, consulente neuropsicologo; Irene Colombo, psicologa in Formazione dell’Asst Valle Olona.
Durante il convegno verranno presentate le modalità operative scelte dalla Valle Olona per la prevenzione del declino cognitivo e la presa in carico del paziente con demenza. I primi risultati del lavoro saranno esposti dalla dottoressa Chiara Guarnerio, referente del Centro per i disturbi cognitivi e demenze (Cdcd) presso la Struttura Complessa di Neurologia di Gallarate-Busto Arsizio diretta dal dottor Isidoro La Spina.
Il progetto si svolge nella Casa di Comunità di Cassano Magnago, i presupposti teorici da cui nasce si fondano sia sulle recenti evidenze scientifiche circa l’importanza di intervenire sui fattori di rischio sia sulla necessità di applicare interventi multi-componenziali per ridurli.
I 14 fattori di rischio noti a oggi per lo sviluppo di demenza sono: bassa scolarità o attività poco stimolanti nel corso della vita, depressione, isolamento sociale, tabagismo, consumo eccessivo di alcolici, ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, diabete, ipoacusia, diminuzione dell’acuità visiva, pregressi traumi cranio-encefalici, obesità, inattività fisica, inquinamento atmosferico. Il progetto prevede che tutti i pazienti che lamentano disturbi cognitivi, se non hanno ancora una diagnosi, vengano indirizzati al Centro per i disturbi cognitivi e demenze per essere sottoposti agli accertamenti del caso. Successivamente vengono inviati alla Casa di Comunità di Cassano Magnago dove è possibile svolgere attività di prevenzione primaria, secondaria o terziaria a seconda della diagnosi in uscita dal Cdcd.
Paolo Verri