Varese, 6 febbraio 2024 – Poche parole, dal letto dell’ospedale, per rassicurare familiari, amici e colleghi: “Sto bene, sono stata fortunata. È successo tutto all’improvviso, ho sentito un gran dolore. Non mi aspettavo sarebbe successa una cosa simile...”.
Sara Campiglio, la docente di 57 anni accoltellata ieri mattina da uno studente diciassettenne all’istituto professionale Enaip di Varese, ha subìto un delicato intervento all’ospedale di Circolo, ed è fuori pericolo. Le tre coltellate avrebbero potuto raggiungere organi vitali e provocare danni ben più gravi e, per questo, la Procura per i minorenni di Milano ha formulato l’accusa di tentato omicidio. Il gesto potrebbe essere stato pianificato: il diciassettenne ha portato il coltello a serramanico da casa e si è diretto subito verso l’insegnante, senza esitazioni. Un gesto forse legato a tensioni pregresse fra lo studente rientrato ieri a scuola dopo un periodo di stage in una catena di supermercati, previsto dal piano didattico, e la docente presa di mira. Magari un rimprovero nei giorni scorsi, una valutazione negativa, problemi ingigantiti dalla mente del ragazzo "soggetto a diagnosi funzionale" per problemi psicofisici certificati. Aspetti al centro delle indagini della Squadra Mobile, che ascolterà compagni di classe e personale per ricostruire i contorni.
La collega
Una drammatica sequenza ripercorsa dalla docente che ha prestato i primi soccorsi. “Stavo parlando nell’atrio con la mia collega di questioni di lavoro, legate alla valutazione degli studenti in stage, quando il ragazzo è arrivato di corsa l’ha colpita da dietro all’improvviso, in una frazione di secondo. Poi si è allontanato senza dire nulla" – racconta Gabriella C., insegnante di Tecniche di vendita –, "Lei si è accasciata sul mio braccio – prosegue – e ha detto: “Mi ha accoltellato”. Ho cercato di farla parlare, come mi hanno insegnato al corso di primo soccorso, ed è rimasta sempre cosciente. Perdeva molto sangue e ho usato il mio giaccone per tamponarlo. Poi è arrivato il 118".
Il ragazzo, M.R., ha atteso a scuola l’arrivo della polizia. Nel frattempo gli insegnanti hanno cercato di calmarlo, parlando con lui, anche per evitare altri gesti violenti. I compagni sono stati fatti entrare nelle aule, e nel corso della giornata hanno ricevuto assistenza psicologica. All’uscita poca voglia di parlare. Alcuni fanno partire un coro: “Giornalisti pezzi di m...”. Un altro, invece, fa scoppiare un petardo, a poca distanza dalle telecamere. La maggior parte sfila in silenzio, scossa per la tragedia sfiorata.