Saronno (Varese) – Non ha più un contratto attivo con la società: ieri la decisione della società di volley saronnese nei confronti di L. P., allenatore della Pallavolo Saronno, rinviato a giudizio il 20 giugno scorso dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Busto Arsizio, con l’accusa di aver compiuto atti sessuali nei confronti di una ragazza della squadra all’epoca dei fatti poco più che quattordicenne. L’uomo ha continuato ad allenare il settore giovanile femminile, l’altro giorno un gruppo di genitori ha scritto una lettera alla Federazione nazionale e a diverse associazioni esprimendo il proprio disappunto per la mancata sospensione del coach dall’attività.
Quello della minorenne non sarebbe l’unico caso, ci sarebbe a carico di L. P. un’altra denuncia mentre sarebbero in corso accertamenti su altri episodi di molestie. Nella lettera i genitori sollecitano l’intervento «degli organi federali ai fini di cautelare le ragazze» che l’ allenatore ha continuato ad allenare. Si sottolinea « Riteniamo in attesa delle relative sentenze, sia auspicabile che l’allenatore in questione non eserciti a pieno la propria funzione nell’ambito delle squadre giovanili femminili della Pallavolo Saronno». Ieri la decisione della società saronnese che ha comunicato che l’allenatore non ha più alcun contratto con la Pallavolo Saronno.
L’inchiesta che coinvolge L.P. è partita da Brescia, per un’altra vicenda,dal sequestro del telefono dell’allenatore erano emerse la sua frequentazione di gruppi Telegram in cui si scambiava anche materiale pedopornografico e la chat con la giovanissima pallavolista. Gli atti sono stati poi trasferiti alla Procura di Busto Arsizio che ha eseguito gli accertamenti successivi, avvisando anche la famiglia della minore che non ha esitato a denunciare l’allenatore. La famiglia, difesa dagli avvocati Erika Trolese e Rebecca Stefanuti del foro di Milano, si è costituita parte civile.
Sta seguendo il caso della giovanissima atleta saronnese l’associazione Changethegame, impegnata nella battaglia contro violenze e abusi sessuali nel mondo dello sport . «E sconcertante – dice la presidente dell’associazione Daniela Simonetti - che l’allenatore non sia stato immediatamente sospeso e abbia continuato per mesi ad allenare e che non risulti ancora aperto un procedimento disciplinare nei confronti di una persona pericolosa, giustamente i genitori sono molto preoccupati».
Sottolinea ancora la presidente « «Assistiamo ad un aumento delle denunce di abusi e violenze nel mondo dello sport, ma i casi nascosti sono ancora troppi, e questo perché denunciare non è semplice, c’è molta paura, questo muro va infranto, le vittime devono denunciare, ci sono riferimenti come la nostra associazione, a cui rivolgersi, le vittime non sono sole».