
Marianna Ricciardi e Domenico Cascino
Il primo femminicidio a Samarate si consumò in una grigia mattina di novembre del 2011. Marianna Ricciardi, 42 anni, giovane madre, impiegata comunale, venne trovata senza vita nel suo appartamento di via dei Faggi. Fu riconosciuto colpevole del delitto Domenico Cascino, all’epoca quarantaduenne, un uomo che avrebbe voluto una relazione con Marianna, ma che lei aveva cercato di allontanare pochi giorni dell’omicidio.
Quella mattina, nell’abitazione dei Ricciardi, tra lei e Cascino scoppiò un litigio, durante il quale l’uomo la colpì con una scacchiera di marmo e vetro, continuando poi a infierire con calci, pugni e una sedia, fino a sfigurarla. Dopo l’omicidio, Cascino tentò di simulare una rapina, rubando il portafoglio e la fede nuziale della vittima, e si liberò dei vestiti insanguinati. Fu arrestato poche ore dopo e confessò il crimine.
Nonostante soffrisse di problemi psichici, una perizia stabilì che era capace di intendere e di volere al momento del delitto. Nel 2013, fu condannato a 16 anni di carcere, pena ridotta per la scelta del rito abbreviato, e al pagamento di un risarcimento di 1,25 milioni di euro alla famiglia di Marianna.