
Sciopero alla PetrolValves. All’incontro con l’azienda non si parla di esuberi. Poi arriva la doccia fredda
"Mercoledì abbiamo incontrato l’amministratore delegato, ieri avevamo indetto le assemblee dei lavoratori, e cinque minuti prima dell’inizio abbiamo scoperto che un lavoratore aveva ricevuto una lettera in cui la sua mansione veniva soppressa: praticamente l’anticamera del licenziamento. Per noi una cosa totalmente inaccettabile". Gennaro Aloisio, segretario generale della Fim Cisl dei Laghi, racconta quanto successo alla PetrolValves, di viale Giuseppe Borri.
"La PetrolValves è un’azienda metalmeccanica importante, che conta circa 500 dipendenti fra Castellanza e Piacenza, ed è assolutamente strategica per la tenuta sociale del territorio - riprende -. Nell’incontro con l’amministratore delegato si è parlato di riconversione della strategia aziendale. Non è stata esclusa un’analisi sulla forza lavoro, ma non si era parlato di esuberi. Oggi (ieri per chi legge, ndr) avevamo convocato le assemblee dei lavoratori, al mattino e al pomeriggio. Ed è arrivata la doccia fredda. Il lavoratore si è sentito perso, solo spaventato. Come sindacato gli abbiamo manifestato la nostra solidarietà, e lo prenderemo in carico per un’azione legale. Abbiamo subito proclamato due ore di sciopero, le ultime ore della giornata lavorativa, che hanno visto un’adesione pressoché totale. La solidarietà è stata corale. Non solo. Abbiamo proclamato anche lo sciopero degli straordinari e delle flessibilità". Per Aloisio la decisione aziendale è "irrispettosa di tutti i lavorator". Il tutto poi è avvenuto a stretto giro di ore.
"In quell’incontro con i vertici, noi Fim Cisl dei Laghi insieme a Fiom Cgil, abbiamo chiesto di evitare qualsiasi scelta unilaterale sul personale. Ci siamo dichiarati disponibili al confronto. Quel che è successo dopo è un atto unilaterale che impoverisce tutti, perché così si perdono competenze, perché ciò che è successo oggi al collega domani può capitare a ognuno di noi. La legge lo consente, non è certo questo il punto: ma anziché licenziare perché non puntare sulla formazione e riqualificazione del personale? Gli strumenti per farlo ci sono. Capiamo benissimo che per l’azienda ci possono essere nuovi obiettivi, quello che non capiamo assolutamente è timbrare alle 8 ed essere licenziati alle 10".