Nicolò Maja "vuole vedere suo padre", perché "fino a pochi mesi prima che succedesse tutto questo Alessandro non ha fatto mancare nulla alla famiglia: non riusciamo ancora a darci una spiegazione". Giulio Pivetta, nonno dell'unico sopravvissuto alla strage di Samarate, la notte fra il 3 e il 4 maggio scorso, ha spiegato che accompagnerà in aula il giovane, nella prossima udienza davanti alla Corte d'Assise di Busto Arsizio. Oggi il presidente della Corte, il giudice Giuseppe Fazio, ha disposto una perizia psichiatrica su Alessandro Maja (nella prossima udienza verrà conferito l'incarico) per valutare la sua "capacità di intendere e di volere" quando il geometra, titolare di uno studio a Milano, ha massacrato nella villetta di famiglia a Samarate, nel Varesotto, la moglie Stefania Pivetta e la figlia Giulia, riducendo in fin di vita il primogenito Nicolo'.
Maja, oggi presente in aula, dal carcere ha scritto alcune lettere alla famiglia, chiedendo informazioni sulle condizioni del figlio. "Gli ho risposto una volta sola, voglio sapere da lui con la parola 'bastardi' a chi si riferiva", ha spiegato Giulio Pivetta riferendosi a una frase che l'uomo avrebbe pronunciato dopo la strage. "Vorrei parlargli - ha proseguito - per chiedergli perché lo ha fatto, perché ha distrutto la sua famiglia". Intanto la famiglia, parte civile nel processo, assistita dall'avvocato Stefano Bettinelli, ha chiesto il dissequestro della villetta.