ROSELLA FORMENTI
Cronaca

Suor Marcella, sos dall’inferno di Haiti: "Bande armate in azione"

Saccheggiato l'orfanotrofio delal religiosa di Busto Arsizio

Suor Marcella Catozza

Varese, 19 dicembre 2018 - «Le bande armate che controllano la zona ci hanno attaccato due volte. Prima hanno provato a rubarci il generatore di corrente, poi sono tornati, con il volto coperto e armati con mitragliatori. Hanno saccheggiato il deposito del cibo portandoci via di tutto, riso, fagioli, burro. Anche i materassi. Ci serve aiuto». Suor Marcella Catozza, missionaria della Fraternità Francescana, originaria di Busto Arsizio, dal 2005 vive nella baraccopoli di Waf Jeremie, a Port au Prince. Uno dei luoghi più poveri al mondo. In un Paese sull’orlo della guerra civile. Dove i saccheggi e le violenze sono quotidiane. Lì suor Marcella porta avanti un orfanotrofio che ospita 146 bambini e una scuola materna con 350 scolari. Ha bisogno di aiuto per far fronte a questa nuova emergenza. Proprio adesso che stavano ricominciando a vivere dopo il terremoto e l’epidemia di colera che hanno sconvolto l’isola. Su Facebook è già partita la mobilitazione dalla pagina “Aiutiamo Haiti - Aiutiamo suor Marcella”.

La religiosa è arrivata ad Haiti nel 2005, dopo esperienze in Albania e in Brasile. A Waf Jeremie ha realizzato l’ambulatorio pediatrico, la scuola, la chiesa, ha portato assistenza ai bambini e alle donne, contribuendo a migliorare le loro condizioni di vita. Ma le difficoltà sono quotidiane. Busto Arsizio, la sua città natale, ha sempre risposto con generosità assicurando il sostegno economico ai progetti avviati. A giugno è stata ospite per alcuni giorni in città del Centro Stoà con 35 bimbi di Waf Jeremie che poi hanno soggiornato per due mesi a Casa Lelia ad Assisi. Durante il breve soggiorno bustocco suor Marcella e i “suoi” bambini avevano incontrato al Museo del Tessile il sindaco Emanuele Antonelli e l’assessore alla Cultura Manuela Maffioli. In quell’occasione la missionaria aveva detto: «Ho lottato contro la burocrazia per portare questi bambini con me, ci sono riuscita. Con questo viaggio hanno l’opportunità di incontrare un altro mondo rispetto a quello del loro quotidiano, un mondo fatto di bellezza, ed è uno stimolo a capire che c’è una vita bellissima fuori dalla miseria, a capire che loro non devono essere condannati alla miseria, ma possono cambiare il pezzetto di mondo dove sono nati».

Una grande forza nelle parole di suor Marcella, infaticabile missionaria che ogni giorno nella drammatica realtà della baraccopoli haitiana coltiva la speranza per un futuro migliore. Ma «qui la gente è stanca, si vive la giornata. Ormai scarseggiano i beni di prima necessità».