I sindacati guardano con soddisfazione al processo di revisione dell’accordo sulla tassazione dei lavoratori frontalieri. Un’intesa cui stanno lavorando Roma e Berna, che prevede condizioni migliorative rispetto al precedente accordo fiscale negoziato nel 2015. Per presentare i contenuti del nuovo provvedimento, in vista della sua imminente sottoscrizione, si è tenuta un’audizione tra i sindacati italiani e svizzeri e il Governo italiano.
L’accordo prevede innanzitutto la conferma della clausola di salvaguardia per gli attuali frontalieri, che così non subiranno alcun aggravio d’imposta, anche in caso di cambiamento del posto di lavoro. Novità anche per i lavoratori che entreranno nel mercato di lavoro svizzero in seguito alla ratifica del testo. Per loro ci sarà un trattamento fiscale concorrenziale tra Italia e Svizzera, come previsto già oggi per i frontalieri che non vivono in fascia di frontiera. A favore sia dei nuovi frontalieri sia di quelli fuori fascia ci sarà poi una no-tax area di 10mila euro, miglioramento importante rispetto all’attuale franchigia di 7.500 euro. Due novità che hanno accolto il favore della Cisl e dell’Ocst, organizzazione cristiano sociale ticinese. Le parti sociali sottolineano l’importanza di essere state coinvolte nel percorso, a differenza di 5 anni fa quando il lavoro non era stato condiviso con sindacati e associazioni dei Comuni. In questa occasione sono state accolte alcune proposte sindacali. "È fondamentale – commenta Mirko Dolzadelli, responsabile nazionale Cisl frontalieri – che l’accordo non modifichi l’attuale condizione dei lavoratori frontalieri, non si ripercuota sui salari e non vada a intaccare il loro potere d’acquisto in una fase di notevole drammaticità dal punto di vista della tenuta occupazionale".
Il confronto intanto prosegue in vista della firma ufficiale dei due Governi, che dovrebbe avvenire a cavallo con gennaio. L’entrata in vigore effettiva sarà a partire dal 2023. "Restano da definire gli ultimi dettagli che potranno migliorare ulteriormente le condizioni descritte nell’accordo", commenta Andrea Puglia, responsabile frontalieri Ocst. A breve saranno infatti discusse ulteriori misure. Tra le richieste al vaglio, l’istituzione di una seconda clausola di salvaguardia per i frontalieri che hanno perso il lavoro nel 2019 o 2020 e che potrebbero rientrare sul mercato del lavoro svizzero col vecchio regime fiscale.