Malpensa (Varese) – Il sorpasso azzardato e i gestacci a distanza tra una corsia e l’altra. Il faccia a faccia davanti all’ingresso del posteggio taxi. Il bastone che spunta all’improvviso. I due colpi schivati e il terzo a segno, violentissimo, poco sopra l’orecchio sinistro. Il sangue che macchia la camicia e i soccorsi. Frame dall’aggressione choc di venerdì pomeriggio a due passi dal terminal 1 di Malpensa. La vittima del raid si chiama Giuseppe Dalzini, ha 66 anni ed è un Ncc, titolare di un’autorizzazione per noleggio con conducente. L’aggressore è un tassista con licenza di un Comune dell’hinterland milanese: non rischia conseguenze penali perché il ferito al momento non l’ha denunciato (è necessaria la querela di parte per lesioni con prognosi inferiore a 40 giorni); tuttavia, la commissione disciplinare potrebbe rifilargli un lungo stop.
Tassisti contro Ncc. Categorie da sempre ai ferri corti, ma ora al centro di tensioni che hanno ampiamente superato il livello di guardia: le segnalazioni ormai quotidiane, dal centro di Milano a Linate, parlano di accese discussioni con insulti reciproci e minacce verbali, quasi sempre innescate dalle accuse di abusivismo dei conducenti di auto bianche nei confronti degli autisti di berline e van neri scudettati. Un clima allarmante, di cui le istituzioni sono a conoscenza. Un clima in cui si inserisce pure l’episodio dell’altro giorno, sebbene sia nato da una lite stradale. La ricostruzione ci porta alle 17 sulla Statale 336, che collega la Milano-Varese a Malpensa. Dalzini si sta recando in aeroporto per andare a prendere un cliente: "Stavo percorrendo la corsia di sorpasso – racconta al Giorno – anche se in realtà a quell’ora la coda di auto la rende una normale corsia di percorrenza".
Dal retrovisore della sua Toyota nota il taxi: il conducente gli fa segno di spostarsi, poi scarta a destra e lo supera spuntandogli davanti con una pericolosa serpentina. «Poco dopo – continua Giuseppe – l’ho sorpassato di nuovo e lui mi ha fatto capire che me l’avrebbe fatta pagare. Così ho deciso di fermarmi davanti al polmone ( in gergo, il maxi posteggio dei taxi in stazioni e aeroporti, ndr ) e di aspettarlo lì per un chiarimento". In realtà, di parole non ce ne sono state: "È sceso dalla macchina armato di bastone e mi ha aggredito. Sono riuscito a evitare le prime mazzate: sono un istruttore di arti marziali, so come difendermi. Nel movimento, però, ho perso gli occhiali: appena mi sono chinato per raccoglierli, mi ha colpito alla testa. Mi sono alzato e gli ho detto “sei matto”. Poi ho visto il sangue che colava sul collo e sulla camicia". E il bastone? "L’ha fatto sparire, l’avrà passato ai suoi colleghi. Ne sono arrivati diversi: nessuno mi ha aiutato, alcuni mi hanno detto che mi avrebbero picchiato perché ero un Ncc".
Dalzini chiama il 112 : arrivano un’ambulanza e una pattuglia della Finanza. "È finita con una stretta di mano – chiosa –. Sono stato tassista per 24 anni, prima di diventare Ncc nel 2017. Per questo, ho deciso di non querelarlo: siamo in strada per lavorare, c’è spazio per tutti". In molti non la pensano così: "C’è un brutto clima, e forse ciò che ho subìto rientra nel contesto attuale. Devo anche dire che oggi ( ieri, ndr ) mio figlio ha ricevuto attestati di solidarietà anche da tassisti". Detto questo, resta la gravità dell’accaduto, che con ogni probabilità avrà pesanti conseguenze disciplinari per il tassista. "Serve una sanzione esemplare – auspica Francesco Artusa, presidente dell’associazione di categoria Sistema Trasporti –. Scriverò nuovamente al sindaco per sollevare il problema: continuano a fare riunioni su di noi senza invitarci, così si delegittima una categoria".