Gallarate (Varese), 11 aprile 2017 - Le poltrone vuote, il teatro deserto, nessuno che possa condividere emozioni e applaudire chi è sul palcoscenico: è il timore inconscio di ogni attore, un’ombra che segue l’interprete ogni volta che si alza il sipario e si rinnova quella che per Eduardo De Filippo è la «grande magia». Sabato sera al Teatro del Popolo a Gallarate era in programma “Improvvisazioni di un attore che legge”, interpretato da Giovanni Mongiano, attore, regista, drammaturgo, direttore artistico di Teatrolieve. Una lunga carriera, prestigiose collaborazioni, una storia teatrale importante. In sala non c’era nessuno. Teatro vuoto. Un qualsiasi altro attore che avrebbe fatto di fronte a quel deserto? Sicuramente avrebbe considerato l’idea di annullare lo spettacolo. Non ha fatto così Mongiano che ha recitato di fronte a quelle file vuote. «Ho deciso di ascoltare il mio istinto - racconta l’attore - l’impulso irrefrenabile di recitare, seguendo la passione della mia vita. Senza la pressione del pubblico ho recitato con più scioltezza, trovando punti che potrebbero essere migliorati nel monologo che ho già interpretato una settantina di volte. È stata un’esperienza strana, e anche un atto simbolico per difendere questa professione in un periodo di crisi della cultura».
Spettatore unico il tecnico dello spettacolo che ha scritto: «Ha recitato come se il teatro fosse pieno, una grande interpretazione, un grandissimo». Sulla pagina Facebook di Mongiano sono arrivati attestati di solidarietà e apprezzamento per la sua scelta di recitare comunque. «Lei ha tutta la mia stima e ammirazione per un atto che darà frutti immensi per il teatro», scrive Antonio. «Un applauso e tanta stima vanno a lei - è l’opinione di Giulia - un attore che, con enorme dignità, non si abbatte di fronte alle difficoltà», Da Catania arriva, per bocca di Daniele, una dichiarazione di «stima incondizionata» dal direttore di un museo della scienza. «Un paio di volte - scrive Daniele - qualche mostra o qualche iniziativa ha avuto spettatori che si contavano usando le due mani al massimo, ma con lo stesso spirito abbiamo fatto quanto previsto». Ieri all’attore è arrivata la lettera di un docente di religione di una scuola di Gallarate che intende riflettere su quella recita senza pubblico diventata una grande lezione di vita e di responsabilità. Non una sconfitta dunque, ma un’occasione di riflessione con i giovani. Mongiano è disposto a tornare in provincia di Varese e recitare «anche gratis, con un rimborso spese», ma questa volta davanti a un pubblico. E gli organizzatori? Giancarlo Stellin, responsabile del Teatro del Popolo per la Doc Servizi, cooperativa che sul territorio nazionale dà lavoro a 6000 soci parla di «lezione di professionalità» da parte dell’attore piemontese e rivendica la validità di un cartellone che, durante la stagione, «ha proposto trenta spettacoli, per tutte le età».