
Lo show in scena a Busto domani prende spunto dalla mostra dello studioso Ernesto Speroni "Il 10 maggio del ’33 a Berlino fu la mattanza del sapere: 25mila volumi dati alle fiamme".
Uno spettacolo teatrale per riflettere sulla cultura, insostituibile strumento di crescita e di libertà per l’uomo, in qualsiasi epoca: è “Il rogo dei libri” in scena alla Sala Pro Busto a Busto Arsizio domani alle 21, nell’ambito delle iniziative in programma per la Giornata della Memoria. La rappresentazione, a cura della compagnia Viandanti Teatranti, con la regia di Fabrizio Bianchi, sviluppa un’idea originale di Ernesto Speroni, docente di Lettere in pensione, vicepresidente dell’associazione Amici di Angioletto, studioso appassionato di storia, in particolare di avvenimenti riguardanti la Seconda Guerra Mondiale e la Resistenza.
Professor Speroni come nasce lo spettacolo?
"Punto di partenza la mostra “Il rogo dei libri” che avevo curato alcuni anni fa, proposta a Busto Arsizio dall’Associazione Amici di Angioletto. Ho lavorato a lungo sul materiale utilizzato per la mostra con cui ho voluto approfondire un aspetto della follia dell’ideologia nazista: l’annientamento della cultura con la distruzione dei libri di autori, scrittori, intellettuali, pensatori, non solo tedeschi, non solo ebrei, che con il loro pensiero e le loro opere, non corrispondevano al diktat hitleriano perché ritenuti una minaccia al nazionalismo nazista.
Di quali libri e autori parliamo?
"Tra di loro, oltre 3000, ci sono i fratelli Mann, Remarque, Zola, Marx, Freud, Kafka, Sigrid Undset, scrittrice norvegese, nobel per la letteratura nel 1928, ma anche Jack London di Zanna bianca e Felix Salten, l’autore di Bambi. Una follia assoluta il rogo a Berlino del 10 maggio 1933, il più impressionante. Oltre 25mila libri alle fiamme, un’immagine terribile che ci invia oggi, in tempi in cui si manifestano segnali inquietanti, un messaggio importante: quello che dobbiamo rispetto e riconoscenza a chi produce cultura, un mosaico straordinario di diversità che devono essere garantite nella libertà di pensiero. Il potere non può cancellare quella libertà di cui si nutre la cultura che è confronto, dialogo, conoscenza, crescita continua nel sapere, un bene dell’umanità".
Ci sono libri che hanno ispirato la sua ricerca?
"Sono due: Fahrenheit 451 di Ray Bradbury e il capitolo sesto di Don Chisciotte, quando i conoscenti di Don Chisciotte, ritenendo che legga troppi libri, causa della sua follia, si recano, mentre l’hidalgo dorme, nella sua abitazione per gettarli via. Folle è chi getta libri, non chi legge, folle è chi li brucia, come nel romanzo di Bradbury, folle è il nazismo che ha bruciato libri e poi bambini, donne, uomini". Dalla mostra al testo teatrale che domani sarà in scena, qual è il messaggio per lo spettatore?
"Il regista Fabrizio Bianchi e i giovani attori della compagnia, Sara Bozzetti, Vincenzo Politano, Gabriele Vollaro, hanno colto lo spirito del mio testo, nato dalla mostra. Nella preparazione dello spettacolo l’hanno ampliato e arricchito con le loro emozioni. Il risultato, del quale sono profondamente grato, è un lavoro che vuole diffondere l’amore per la cultura e per ciò che di umano c’è in ognuno di noi, è un messaggio di civiltà. Il significato è nel sottotitolo dello spettacolo, una frase che in ogni incontro con gli studenti Angioletto Castiglioni, sopravvissuto al lager di Flossenburg, lasciava a loro come saluto: la cultura rende liberi. Ricordiamolo ogni giorno".