"Gli si potrebbe attribuire facilmente l’epiteto di uomo della sera o della notte, anzi, di uomo di Millevoci nella notte". Queste le parole scelte dalla Radiotelevisione Svizzera (RSI) per raccontare Gualtiero Gualtieri (foto), il 74enne che domenica notte si è ucciso portando con sé la figlia Gea, 31 anni. Nato e cresciuto a Saltrio, dove ha scelto di porre fine alla sua vita e a quella della ragazza, Gualtieri è stato conduttore radiofonico e scrittore, apprezzato. Fino alla pensione, pochi anni fa, ha accompagnato con la sua voce gli ascoltatori di diverse trasmissioni radiofoniche, da “Millevoci nella notte-La linea del cuore”, a “Giochi di memoria e Lessico familiare”. "Gualtiero Gualtieri - si legge ancora - rappresenta, con la sua pacatezza, un modo di fare radio che forse va scomparendo, presi come siamo dall’accelerazione dei tempi che travolge tutto". Il suo stile, raccontano i colleghi, era fatto "di empatia con il pubblico, scandito da racconti e riflessioni, nel quale la radio diventa luogo ideale per ritrovarsi tra amici un po’ speciali, quelli della notte". La famiglia, alla quale era devoto, si ritrova anche nei titoli dei suoi libri. “Suonavamo l’allegria: lessico familiare del tempo scuro”, “Era come vestire l’acqua: lessico familiare del tempo chiaro”, e “Cantar di blu: lessico familiare del tempo perso. i giorni, il mestiere di vivere”. In passato presidente di Università Popolare, a Varese Gualtieri era noto come persona di grande cultura, sempre pronto al dialogo, come si evince dai messaggi di cordoglio e ricordo di colleghi giornalisti che nel capoluogo lo hanno conosciuto e apprezzato.
V.R.