ENRICO CAMANZI
Cronaca

Zamberletti, addio al papà delle tute gialle

Varese saluta l'ideatore della Protezione civile. Fu lui a insegnare all’Italia a difendersi dalle calamità naturali

Zamberletti con Giulio Andreotti nel 1977

Varese, 30 gennaio 2019 - Lo hanno salutato in centinaia. Tutti con la tuta gialla, sinonimo di organizzazione e impegno nelle emergenze. I suoi volontari erano in prima fila. Varese e l’Italia - presenti ai funerali di Stato il presidente Sergio Mattarella e il premier Giuseppe Conte - hanno dato l’addio a Giuseppe Zamberletti, “papà” della Protezione civile.

Il suo nome resterà legato all’istituzionalizzazione del corpo da impiegare nei teatri di cataclismi naturali. Un “uovo di Colombo” - la messa a sistema delle energie di uomini e donne chiamati a intervenire in piccoli nuclei in comunicazione fra loro - nato da una tragedia. Nel 1981 il presidente del Consiglio Giovanni Spadolini, sconvolto dall’improvvisazione nei soccorsi che condannò il piccolo Alfredino Rampi, precipitato nel pozzo a Vermicino, affidò a Zamberletti la missione di “inventarsi” una formula snella, buona per catastrofi come per singoli episodi. Il senatore riprese i fili del lavoro fatto con il terremoto del 1976 in Friuli. Nacque la Protezione civile così come la conosciamo oggi. Nel 1987 l’alluvione in Valtellina, pur tragica, segnò il successo di quel modello, con una serie di novità, anche sul fronte della prevenzione. Dalle previsioni meteo ai monitoraggi delle frane, passando per le evacuazioni rapide e il ruolo degli elicotteri.

Democristiano di lungo corso, apprezzato trasversalmente, Zamberletti entrò in Parlamento nel 1968. Ministro per due volte, a Varese lo si ricorda anche per ruoli “minori” interpretati con un profondo rispetto per le istituzioni. Per esempio quando negli anni ’70, consigliere di minoranza nella piccola Cadegliano Viconago, si adoperò per la realizzazione di un ponte che collegasse due frazioni, opera diventata realtà negli anni ’80, quando Zamberletti, da ministro, telefonò in municipio per annunciare il via libera al cavalcavia. Appassionato radioamatore col nominativo I2ZME, era solito recarsi sul Sacro Monte per trasmettere messaggi e codici. Riposerà proprio nel cimitero dello storico borgo, a fianco di Domenichino, il fratello morto a 13 anni che tutti vorrebbero santo.