ROSELLA FORMENTI
Cultura e Spettacoli

Aurora Avveduto e il suo primo album: “Per il pianoforte ho rinunciato al basket, non me ne pentirò mai”

La giovane, docente di musica in diverse zone del territorio, ha appena pubblicato “Stille”: “Ai mie allievi raccomando tanto esercizio. Un momento indimenticabile? Quando i miei genitori mi regalarono il primo strumento professionale”

Aurora Avveduto al pianoforte e con il suo primo cd “Ai miei allievi insegno che la passione non basta Servono dedizione e tanto esercizio”

Aurora Avveduto al pianoforte e con il suo primo cd “Ai miei allievi insegno che la passione non basta Servono dedizione e tanto esercizio”

Busto Arsizio, 20 aprile 2025 – Una melodica, la piccola tastiera a fiato è lo strumento che da bambina fa scoprire la musica ad Aurora Avveduto, 28 anni, giovane pianista e docente di pianoforte. Comincia a 9 anni a strimpellare, a 10 anni i genitori le regalano una tastiera Yamaha e si iscrive al corso di pianoforte alla Nuova Busto Musica. Il cammino è tracciato, Aurora ha le idee ben chiare, il sogno è diventare una pianista.

Dopo il liceo artistico il Conservatorio Puccini a Gallarate, dove si diploma in pianoforte nel 2022. Aurora è insegnante in varie scuole nel frattempo sta seguendo un dottorato in musica contemporanea per il quale ha vinto una borsa di studio triennale.

Oggi con emozione ha tra le mani il suo primo cd, registrato da solista,”Stille”, con brani per pianoforte di compositori contemporanei, una prima importante tappa.

Aurora, hai cominciato da bambina lo studio del pianoforte, c’è un ricordo di quegli anni?

“Sì, il giorno in cui tornando a casa dalla vacanza in montagna con l’oratorio, i miei genitori, Adriana e Andrea mi hanno fatto trovare il pianoforte verticale, un regalo inaspettato. L’avevo tanto desiderato, ed eccolo davanti ai miei occhi, è un momento che ricordo con particolare emozione, le mie dita che scivolano sui tasti, mi sembrava un sogno. Quel pianoforte, a 13 anni, un regalo per il quale sono infinitamente grata ai miei genitori, ha rappresentato una svolta nel mio percorso di studi, potevo esercitarmi meglio”.

A quell’età conciliare la scuola e lo studio dello strumento è stato difficile?

“Sono stati anni di sacrifici, hanno richiesto rinunce, un esempio, giocavo a basket, dopo un infortunio, seppur leggero, a un dito ho lasciato lo sport, non volevo rischiare di dover rinunciare al pianoforte. Non mi sono mai pentita di quella decisione, la passione per la musica era più forte di tutto, oggi posso dire di aver fatto la scelta giusta. La musica richiede impegno e se la vivi seriamente accetti anche i sacrifici, fondamentali per migliorare”.

Tu esegui musica contemporanea e repertorio classico, ma c’è attenzione da parte dei giovani verso la musica classica?

“Ci sono due aspetti sui quali mi soffermo, il primo, nei conservatori ci sono tanti giovani iscritti, il secondo, ne vedo invece pochi ai concerti di musica classica perché etichettata, sbagliando, come noiosa, ‘non per giovani’. Non è così, invito per questo ad ascoltare l’Adagio del Concerto numero 23 per pianoforte e orchestra di Mozart, per me una delle pagine più belle in assoluto, la conferma che questa musica è senza tempo e arriva all’anima”.

La scuola potrebbe avere un ruolo nell’avvicinare i ragazzi alla musica?

“Certo, è ancora in secondo piano, snobbata come materia, ma vanno modificate le modalità con le quali viene insegnata, deve essere più coinvolgente. È nella scuola che si può fare molto per educare all’ascolto. Oggi abbiamo l’impressione di essere circondati dalla musica, ovunque, ma proprio per questo non le diamo la giusta importanza, poi c’è una grande differenza tra il sentire e l’ascoltare, l’ascolto arriva all’anima, suscita emozioni. L’ascolto è dare attenzione alla musica, vuol dire sviluppare una maggiore sensibilità umana che oggi viene a mancare e che renderebbe il mondo migliore”.

Tu sei docente di pianoforte, che cosa trasmetti ai tuoi allievi?

“La dedizione, prima di tutto e la necessità di impegnarsi anche a casa, ma spesso non è facile far comprendere questo, la passione non basta, fondamentale l’esercizio costante se davvero vuoi dedicarti seriamente alla musica”.

Ti sei già esibita in concerti, da solista e con formazioni di musicisti come ti vedi tra 10 anni? Sorride Aurora, gli occhi si illuminano “Più famosa come concertista, non sono una virtuosa del pianoforte ma ritengo di essere in grado di trasmettere emozioni a chi ascolta e questo per me è il senso della musica”.

Salutiamo Aurora, la giovane pianista torna a sedersi al pianoforte, sta preparando il prossimo concerto da solista, nel programma “Album della gioventù” di Tchaikovsky.