Busto Arsizio (Varese) – Diplomato in recitazione all’Istituto cinematografico Michelangelo Antonioni di Busto Arsizio il giovane Hakim Gouem, 29 anni, è da qualche tempo a Napoli, impegnato sul set della soap opera italiana più longeva e popolare, "Un posto al sole". Una grande occasione per Hakim che interpreta un sacerdote cattolico, don Antoine Tangara, un nuovo personaggio nella serie in onda dal 1996. È emozionato e contento il giovane attore, che vuole farsi strada nel mondo del cinema e che all’Istituto Antonioni ha dato prova da subito di avere talento. Hakim è originario del Burkina Faso ed è arrivato in Italia con la famiglia nel 2002. Ora risiede a Castellanza, dove si è stabilito cinque anni fa per frequentare l’istituto bustese con una borsa di studio e dove nel mese di aprile del 2022 ha ottenuto la cittadinanza italiana di cui è molto orgoglioso.
Hakim come hai scoperto la passione per la recitazione?
"Volevo fare lo scrittore, nel 2018 ho presentato a Seriate un mio testo dedicato alle donne e ai diritti che a loro sono negati in molti Paesi, l’ho recitato davanti al pubblico, la prima volta per me. In quel momento, superata la paura di presentarmi da solo, ho capito che la mia strada era quella dell’attore".
Il primo passo frequentare una scuola di recitazione.
"Avevo concluso la mia formazione scolastica con un corso triennale per meccanico, avevo trovato un lavoro in un’azienda ma sentivo sempre più forte il desiderio di diventare attore. Mi sono informato e ho trovato l’Istituto Antonioni di Busto Arsizio, non ho perso tempo, mi sono presentato, ho superato il test e mi sono iscritto al primo anno di recitazione, nel 2019, diplomandomi nel 2022. Tre anni fondamentali, ho imparato molto, devo ringraziare la scuola e i docenti".
Due anni fa il diploma e ora sei sul set a Napoli, nella “grande famiglia” della soap più amata dal pubblico italiano, “Un posto al sole”. Che effetto ti fa?
"Un posto al sole è un’occasione straordinaria e poi mi sta offrendo un’esperienza unica, preziosa per me come uomo. Sono musulmano e interpreto un prete cattolico, don Antoine, quindi affrontando questo ruolo posso conoscere e capire un’altra fede attraverso l’esperienza umana di un sacerdote. Per me è importante perché ritengo che nella professione di attore fondamentale sia l’umanità che si deve trasmettere qualunque sia il personaggio, spero di farlo con il mio don Antoine Tangara".
Ci sono attori a cui ti ispiri?
"Uno su tutti, Denzel Washington, un grande attore, ma di lui mi piace anche la sua dimensione umana al di fuori del set. Ho visto tutti i suoi film, una lezione straordinaria".
Quali sono i tuoi film preferiti?
"Difficile rispondere, sono appassionato di cinema, ce ne sono parecchi, ne rivelo tre: “Barriere“ di Denzel Washington, “La ricerca della felicità“ di Gabriele Muccino con Will Smith e un capolavoro italiano, del grande Maestro Vittorio De Sica, “Ladri di biciclette“, un’opera con attori non professionisti nella quale è impossibile proprio per l’umanità che trasmette non entrare in empatia con i protagonisti della storia".
Oggi, in tempi complessi, secondo te quale funzione può avere l’attore nella società?
"Bisogna fare bene il proprio lavoro, affrontando qualunque personaggio, e poi trasmettere umanità, oggi il mondo sta perdendo inesorabilmente umanità e questo mi spaventa. L’attore deve aiutare a fermare questa perdita. Spero di farlo bene con don Antoine".