REDAZIONE VARESE

Cassinetta col fiato sospeso dopo la svolta al vertice ministeriale: la Beko congela la chiusura degli stabilimenti italiani

L’impegno preso nel corso dell’incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy apre uno spiraglio di salvezza per i 4.400 lavoratori coinvolti in tutta Italia. I sindacati chiedono ora un nuovo piano industriale

Al vertice a Roma erano presenti anche i lavoratori degli stabilimenti italiani coinvolti

Al vertice a Roma erano presenti anche i lavoratori degli stabilimenti italiani coinvolti

Cassinetta di Biandronno (Varese), 30 gennaio 2025 – Inattesa e, per gli operai rimasti per mesi rimasti col fiato sospeso, benvenuta (pur da prendere con le pinze) svolta sulla vertenza del colosso turco degli elettrodomestici Beko, che ha uno dei suoi siti produttivi a Cassinetta di Biandronno, dove erano stati annunciati 541 esuberi su circa 2.200 dipendenti: i vertici aziendali hanno comunicato questo pomeriggio che intendono rinunciare ad aprire la procedura di chiusura e licenziamento dei suoi stabilimenti italiani. Lo hanno riferito i sindacati al termine del tavolo convocato oggi a Roma al Ministero delle Imprese e del Made in Italy dov’era convocato il tavolo di confronto della vertenza in atto da mesi.

Parole comuni

''La disponibilità di Beko a iniziare un confronto su un nuovo piano industriale, senza aprire la paventata procedura di chiusura e di licenziamento, costituisce il presupposto minimo per iniziare una trattativa – hanno dichiarato in una nota sottoscritta da tutte le sigle sindacali Fiom, Fim, Uilm e Uglm –. Tuttavia, le disponibilità aziendali sono ancora estremamente generiche''. Beko infatti ''ha parlato di un piano di investimenti più cospicuo pari a 300 milioni di euro, ha fatto intravedere la possibilità di non chiudere Comunanza e di prevedere un percorso di tre anni per Siena, dove comunque ribadisce la volontà di cessare la produzione''.

I lavoratori delle aziende italiane del gruppo Beko non hanno mancato di far sentire la loro voce
I lavoratori delle aziende italiane del gruppo Beko non hanno mancato di far sentire la loro voce

Cauta soddisfazione

''Grazie alla lotta dei lavoratori, governo e istituzioni locali hanno offerto il loro sostegno a supportare gli investimenti e a acquistare l'immobile di Siena, garantendone la destinazione industriale. Rivendichiamo che tutte queste prese di posizione si traducano in proposte concrete già nel prossimo incontro previsto per il 10 febbraio. Finché non sarà garantita la continuità produttiva e occupazionale per tutti i 4.400 lavoratori italiani – avvertono le tute blu – continua non solo il confronto ma anche la lotta".

I vertici di Beko Europe al tavolo di confronto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy
I vertici di Beko Europe al tavolo di confronto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy

Osservatorio lombardo

La crisi della Beko è stata seguita in questi mesi anche dalla Regione Lombardia, proprio in considerazione del sito produttivo di Cassinetta. “C'è la necessità di garantire la massima tutela e salvaguardia dei lavoratori varesini", ha sottolineato l’assessore regionale al Lavoro di Regione Lombardia Simona Tironi, che ha preso parte al vertice romano. La regione fra l’autunno e l’inverno scorsi ha che nei mesi corsi ha avuto una serie di confronti con parti sociali e istituzioni centrati proprio sullo stabilimento varesino della Beko. “Adesso chiediamo impegni concreti da parte dell'azienda per il rilancio produttivo".  

Le reazioni a Varese

Il presidente della Provincia di Varese Marco Magrini, insieme al sindaco di Varese Davide Galimberti e al sindaco di Biandronno, Massimo Porotti, hanno partecipato oggi a Roma al tavolo sulla vertenza Beko Cassinetta. “È stato un incontro proficuo in cui l’azienda ha dichiarato di volere proseguire negli investimenti in Italia, e quindi a Cassinetta, senza alcuna procedura di licenziamento al momento. La volontà di riaprire la concertazione da parte dell'azienda è frutto del lavoro di squadra fatto in questi mesi da tutte le realtà e le istituzioni della nostra provincia, e della grande qualità del lavoro e della produzione portata avanti dai lavoratori di Cassinetta”. “Ora – proseguono Magrini, Galimberti e Porotti – dobbiamo continuare il tavolo tra le istituzioni, associazioni di categoria e sindacali, insieme all’azienda, contribuire a costruire un piano industriale concreto e sicuro per il nostro territorio e che renda stabile il futuro di Cassinetta e la storia che rappresenta”.