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La mobilitazione alla Beko di Cassinetta è lontana dal considerarsi conclusa
Biandronno, 25 febbraio 2025 – Gli esuberi restano, ma ci sono novità per quanto riguarda gli investimenti. Dall’ennesimo tavolo sulla crisi di Beko Europe che si è svolto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy sono giunti alcuni aggiornamenti che interessano da vicino il sito di Cassinetta.
La fabbrica varesina, con i suoi oltre 2200 lavoratori, è il più grande stabilimento di elettrodomestici in Italia. La direzione aziendale nell’incontro al Mimit ha confermato il numero di esuberi per la fabbrica frigoriferi, quantificato in 350 unità. Nulla di nuovo dunque rispetto alla precedente riunione del 10 febbraio, quando invece era stato annunciata una riduzione rispetto ai 541 tagli originariamente previsti.
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Il vertice
Nel vertice di ieri a Palazzo Piacentini alla presenza del sottosegretario Fausta Bergamotto - una riunione fiume durata un pomeriggio intero – la multinazionale turca ha specificato però che a parità di professionalità le varie fabbriche possono essere considerate come vasi comunicanti. Tutte le linee di montaggio resteranno in loco, ma si prevede il passaggio dai turni avvicendati a un turno unico cosiddetto a giornata. Quindi la situazione per l’area impiegatizia: gli esuberi complessivi (in tutta Italia) sono stati rivisti di circa 50 unità, così da diventare 628 su un personale di 1529 impiegati.
Investimenti
Si è poi affrontato il tema degli
. Rispetto agli incontri precedenti in cui erano stati annunciati ma senza fornire un dettaglio questa volta sono stati forniti numeri e ripartizioni: 31,5 milioni di euro saranno destinati alla fabbrica dei frigoriferi, 75 milioni di euro alla fabbrica dei forni, 21 milioni di euro alla fabbrica dei microonde. 8,5 milioni di euro infine è l’investimento previsto per l’installazione di pannelli solari.
Le reazioni
A conclusione del tavolo le segreterie nazionali di Fim, Fiom, Uilm e Uglm hanno diffuso una nota. “Come sindacato giudichiamo i cambiamenti al piano industriale e le posizioni di Beko ancora insufficienti, poiché non trovano una soluzione per tutte le fabbriche e le divisioni impiegatizie, non garantiscono investimenti idonei a rilanciare le produzioni italiane e valorizzare al meglio gli enti di ricerca e sviluppo prodotto, qualità, prevedono soluzioni organizzative non condivise e implicano un numero molto alto di esuberi.
Con l’obiettivo di scongiurare chiusure e licenziamenti proseguiremo il negoziato presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy i giorni 27 febbraio, 14 e 18 marzo”. La vertenza, e con essa la lotta sindacale, continuano.