CASSINETTA DI BIANDRONNO – Le prospettive della vigilia erano tutt’altro che rosee, vista la situazione di crisi del mercato degli elettrodomestici e le fabbriche già chiuse in Polonia e Gran Bretagna. Mercoledì il tavolo a Roma tra ministero delle Imprese e del Made in Italy, Beko e sindacati non ha fatto altro che confermare i timori. Sono tagli importanti quelli illustrati dalla nuova proprietà, che in primavera ha preso il posto di Whirlpool. La multinazionale turca ha infatti annunciato la chiusura delle fabbriche di Comunanza e Siena, il ridimensionamento della fabbrica di Cassinetta, la chiusura della ricerca e sviluppo di Fabriano e più in generale tagli in tutti i siti e gli uffici italiani per un totale di 1.935 esuberi su 4.440 occupati.
Nel dettaglio del sito varesino, Beko prevede di mantenere solo 3 linee produttive sulle attuali 5 dedicate ai frigoriferi, con un totale di 541 esuberi. “Il sito di frigoriferi da incasso di Cassinetta di Biandronno – si legge nella nota diffusa da Beko dopo il tavolo – soffre di una strutturale perdita di competitività di costo e, tra quelli localizzati in Italia, è quello che ha visto realizzare le perdite cumulate maggiori nonostante gli ingenti investimenti realizzati nel corso degli ultimi sette anni. Nel sito sarà avviato un ridimensionamento delle attività produttive”.
Gli operai del freddo non sono gli unici lavoratori a rischio nella fabbrica varesina: previsti tagli nell’area impiegatizia e dirigenziale, stimati in 678 unità in tutt’Italia. Considerando che circa un terzo di loro sono attivi a Cassinetta, si ricava un numero che oscilla tra i 200 e i 250 dipendenti. Fatti i dovuti conti, per lo stabilimento di Biandronno tra operai e impiegati si arriva quindi a sfiorare quota 800 lavoratori in bilico. “Ora è il momento di passare ai fatti, per scongiurare un piano socialmente brutale e il tentativo di saccheggio industriale operato da Beko”, è il commento delle sigle nazionali Fim, Fiom e Uilm.
Dalla Rsu di Cassinetta, Tiziano Franceschetti della Cisl racconta qual è stata la prima reazione: “Al termine del tavolo alcuni lavoratori hanno lasciato la fabbrica: nelle prossime ore faremo subito iniziative di mobilitazione”. Già stamattina sono in programma assemblee e presidi fuori dai cancelli.