L’azienda sta valutando un investimento di circa 300 milioni di euro - di cui un terzo sarà destinato alla Ricerca e sviluppo - in funzione di ulteriori discussioni e della stabilità delle proprie attività in Italia. È quanto ha annunciato Beko Europe al termine dell’incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy che si è svolto nel pomeriggio di ieri. Il quarto tavolo istituzionale relativo al piano di trasformazione delle attività industriali italiane della multinazionale turca che ha preso il posto di Whirlpool e che tra i suoi siti conta anche quello di Cassinetta in provincia di Varese. Nel corso della riunione Beko ha condiviso un aggiornamento del piano dello scorso novembre, in cui erano stati annunciati per il sito varesino circa 800 esuberi totali.
In merito ai posti di lavoro a rischio la nota diffusa alla fine dei lavori non entra nello specifico: Beko si limita a confermare la disponibilità a valutare ulteriori aspetti del piano, "che potranno essere compiutamente analizzati una volta emersa chiarezza sulla disponibilità degli strumenti di accompagnamento per i lavoratori e in base alla capacità dell’azienda di poter ridurre il livello dei costi fissi". Beko ha inoltre confermato che in Italia saranno basati i centri globali del design industriale e per la categoria cooking, oltre ai centri decisionali europei chiave per le funzioni strategiche. Beko ha poi ribadito anche "la strategicità della presenza produttiva nel Paese, concentrandosi primariamente sulla cottura e sulla refrigerazione da incasso".
Da parte del Governo il ministro Adolfo Urso ha chiesto alla proprietà un nuovo piano industriale per salvaguardare le attività produttive in Italia. "Di fronte a questo impegno – ha sottolineato – noi metteremo in campo gli strumenti del Ministero e di Invitalia, come gli accordi di innovazione, i contratti di sviluppo o il Piano Transizione 5.0 per l’efficientamento energetico". "La disponibilità di Beko a iniziare un confronto su un nuovo piano industriale, senza aprire la paventata procedura di chiusura e di licenziamento, costituisce il presupposto minimo per iniziare una trattativa. Tuttavia le disponibilità aziendali sono ancora estremamente generiche", è il commento di Fim, Fiom, Uilm e Uglm. A Roma anche i rappresentanti del territorio, tra cui il presidente della Provincia Magrini e i sindaci di Varese e Biandronno Galimberti e Porotti. Cassinetta intanto ha osservato 8 ore di sciopero con presidio alle portinerie.