LORENZO CRESPI
Economia

Beko, trema anche l’indotto: in tutto 6.000 posti di lavoro a rischio

Assemblea in municipio a Biandronno: i lavoratori incassano solidarietà e impegno delle istituzioni. Il 10 dicembre incontro al ministero delle Imprese

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I lavoratori della Beko incassano la solidarietà del territorio

Biandronno, 28 novembre 2024 – Paure, preoccupazioni ma anche speranza. E il futuro di migliaia di lavoratori che dipende dal destino della più grande fabbrica di elettrodomestici in Italia, la Beko di Cassinetta. Il tema è stato al centro di un’assemblea pubblica promossa dal Comune di Biandronno, sul cui territorio sorge lo stabilimento ex Whirlpool al centro delle iniziative di mobilitazione lanciate dai sindacati da alcune settimane, in seguito agli incontri con la proprietà al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Il piano di tagli

L’ultimo, quello del 20 novembre, ha aperto scenari tutt’altro che rosei per il sito varesino. Beko Europe ha annunciato la volontà di tagliare dal 2026 due linee produttive della fabbrica frigoriferi, con un totale di 541 esuberi previsti. Altri ridimensionamenti riguarderanno il personale impiegatizio, con una stima di 250 addetti interessati a Cassinetta.

E il timore dei lavoratori è che le chiusure possano poi toccare a cascata anche il settore del cooking, per l’impossibilità di sostenere i costi fissi di una fabbrica a ranghi ridotti. Un quadro tutt’altro che positivo, che è stato delineato dai rappresentanti sindacali intervenuti in una sala del Municipio gremita.

La solidarietà del territorio

Il momento voluto dal sindaco Massimo Porotti ha fatto seguito alle analoghe iniziative istituzionali delle ultime settimane, con il tavolo in Provincia e il consiglio comunale di Varese con l’audizione di sindacati e Confindustria. Obiettivo anche questa volta quello di lanciare il messaggio di un territorio unito in difesa di una realtà storica che rappresenta una risorsa importante per tutto il Varesotto. E a dirlo sono i numeri: ai 2.200 occupati a Cassinetta si affianca l’indotto.

“Sono tantissime le aziende di componentistica e le attività commerciali legate a Beko – ha detto Tiziano Franceschetti, rsu Fim Cisl –, si stimano circa 6.000 posti di lavoro a rischio sul territorio varesino, quindi veramente una catastrofe”.

Le istanze dei sindacati

Chiara Cola della Uilm e Luciano Frontera della Fiom Cgil hanno sottolineato le richieste dei sindacati alle istituzioni affinché vengano salvaguardati l’occupazione e i siti italiani.

Nel corso dell’assemblea sono intervenuti i rappresentanti degli enti locali, con la presenza del vicepresidente della Provincia Giacomo Iametti, del consigliere regionale Emanuele Monti e della vicesindaca di Varese Ivana Perusin, che hanno espresso vicinanza e supporto a lavoratori e sindacati. Ora la prossima tappa è fissata per martedì 10 dicembre, quando è in calendario il nuovo incontro di aggiornamento al Ministero a Roma.