REDAZIONE VARESE

Imprima, la proprietà minaccia: cassa a zero ore e spegnimento di una caldaia

Sindacati sul piede di guerra: “Difficoltà frutto di scelte manageriali del passato discutibili, i lavoratori di Lonate Pozzolo non possono pagare per errori altrui”. Coinvolti anche gli stabilimenti di Bulgarograsso e Cantù

Nello stabilimento di Lonate Pozzolo lavorano 100 persone

Nello stabilimento di Lonate Pozzolo lavorano 100 persone

Lonate Pozzolo, 26 aprile 2025 – Sono pronti a lottare per salvare il posto di lavoro i 300 dipendenti del gruppo tessile Imprima che, dopo mesi di cassa straordinaria, adesso si trovano di fronte alla minaccia della cassa a zero ore. Il provvedimento è stato minacciato per il centro produttivo di Lonate Pozzolo con i suoi cento lavoratori ma a rischio ci sono anche i dipendenti degli altri impianti italiani, fra i quali Bulgarograsso e Cantù, dove ci sono due unità di conversione.

“Le difficoltà attuali derivano da scelte manageriali discutibili del passato, che hanno minato la tenuta del settore e messo a rischio l’occupazione di oltre 300 famiglie – ricostruiscono i rappresentanti di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil – A ottobre 2024, nonostante l’opposizione dei sindacati, Imprima ha attivato la cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale, avviando contemporaneamente una procedura di composizione negoziata della crisi d’impresa, come previsto dal Codice della crisi entrato in vigore nel 2022”.

La situazione, invece di migliorare, è progressivamente peggiorata. Durante l’ultimo incontro l’azienda ha avanzato l’ipotesi di un fermo tecnico dello stabilimento di Lonate Pozzolo, con lo spegnimento di una caldaia fondamentale per le attività, annunciando l’utilizzo della cassa integrazione a zero ore per i dipendenti coinvolti.

“La pazienza dei lavoratori è ormai al limite – concludono Antonio Monsurrò, segretario territoriale Femca Cisl dei Laghi, e Carlo Dovico della segreteria Filctem di Varese – Da mesi affrontiamo una gestione approssimativa e priva di trasparenza, con problemi che emergono in modo estemporaneo nei diversi siti del gruppo, senza una reale assunzione di responsabilità da parte della dirigenza. I lavoratori non sono disposti a pagare per l’incompetenza o l’immobilismo di chi dovrebbe guidare l’azienda. Con il mandato ricevuto dalle assemblee, intendiamo avviare una mobilitazione generale a difesa dell’occupazione, dei salari e per un utilizzo equo della cassa integrazione, che deve servire a gestire un eventuale calo di attività produttiva – non a coprire inefficienze gestionali”.